Andrea Rivola - Primo Maggio
E' da parecchio tempo che non trovo più parole per scrivere dei post. Se adesso non mi fossi decisa, questo sarebbe stato il primo Primo Maggio cui non avrei dedicato anche due sole righe da quando ho aperto il blog.
E' chiaro che tutta questa amarezza che mi zittisce è frutto della realtà che stiamo vivendo.
I tempi sono cambiati: anni addietro non rispettavano la Festa dei lavoratori coloro che la ritenevano baluardo della Sinistra, oggi molti vorrebbero farlo, ma non possono, perché un lavoro non lo trovano oppure l'hanno perso. Molti altri, invece, hanno chiuso definitivamente la partita suicidandosi.
Descrivere con amarezza e preoccupazione lo stato delle cose, dover evidenziare le ingiustizie, essere consapevoli della distruzione dello stato sociale conquistato nel secolo precedente con tanta fatica mi impediscono di esprimermi con quella leggerezza riflessiva con cui spesso ho scritto su questa pagina web.
Sì, ho festeggiato il Primo Maggio con amici e compagni attorno ad una tavola imbandita, ma l'amarezza dentro c'era. C'è troppa disperazione, troppa incertezza, troppa paura nell'aria e siamo in molti ad essere a rischio.
Mi auguro che per quei "molti" la terra possa essere una salvezza.
4 commenti:
Periodo tristissimo. Non si vede un barlume. Eppur bisogna andare avanti, oh sì.
Si, condivido il tuo stato d' animo anch'io.
ne usciremo, animo ! Ne abbiamo passate di peggio.
Almeno cerchiamo di crederci ancora.
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