19 gennaio
Centesima giornata dell'emigrante e del rifugiato
Non è grossa, non è pesante
la valigia dell'emigrante...
C'è un po' di terra del mio villaggio,
per non restar solo in viaggio...
un vestito, un pane, un frutto
e questo è tutto.
Ma il cuore no, non l'ho portato:
nella valigia non c'è entrato.
Troppa pena aveva a partire,
oltre il mare non vuole venire.
Lui resta, fedele come un cane.
nella terra che non mi dà pane:
un piccolo campo, proprio lassù...
Ma il treno corre: non si vede più.
4 commenti:
le vetture cento porte quanta sofferenza hanno visto in quegli interminabili viaggi dal profondo Sud al miraggio di una vita decorosa al Nord..
Mentre lavoro in pizzeria canticchio . Una delle canzoni che mi vengono sulle labbra è di Herbert Pagani, e dice "il nostro treno lascia la stazione/ partiamo i tanti per necessità / siamo i soldati dell'emigrazione/ e disarmati andiamo a lavorar/ per una vita o per una stagione, /andiamo a Londra Parigi o in Canadà, dentro alle nostre valigie di cartone/ c'è tanta fame e buona volontà/ com'è lontano il nostro meridione/ogni giornata qui è un'eternità/ guardando noi si parla d'invasione, ma siamo qui soltanto a faticar" eccetera. La imparai da ragazzina, e non mi ha lasciato mai, ora credo che toccherà alle mie figlie di partire e in qualche modo glielo auguro, d'altra parte io lavoro con un filippino , che quando arriva la sera mi dice "Come va , Lori mio?"
Non ti ho chiesto come è andata con questa nuova ondata di tempaccio.Spero bene.
@Vitamina: am l mio paese danni relativi, ma in quello di mio marito e di tanti cari amici che ho là, è un disastro.. praticamente sono i paesi di cui si dice "15oo persone isolate" oppure "la zona più colpita della Liguria"... mi piange il cuore...
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