la donna mia,
quand'ella altrui saluta,
ch'ogne lingua
devèn, tremando, muta,
e li occhi no
l'ardiscon di guardare.
Ella si va,
sentendosi laudare,
benignamente
d'umiltà vestuta,
e par che sia
una cosa venuta
da cielo in
terra a miracol mostrare.
Mostrasi sì
piacente a chi la mira
che dà per li
occhi una dolcezza al core,
che 'ntender
no la può chi no la prova;
e par che de
la sua labbia si mova
un spirito
soave pien d'amore,
che va dicendo
a l'anima: Sospira. Dante Alighieri (1265 - 1321)
Vita nova, cap XXVI - sonetto 17
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