venerdì 25 luglio 2014

Sognu sanremascu


Anche se il tempo ci ha messo i bastoni tra le ruote, non ci siamo arresi e, chiedendo asilo al Ristorante Giardino di Vallebona, abbiamo dato vita a questa prima esperienza di poesia dialettale a tema. Così era nel programma dell'Associazione culturale A Cria e così è stato: il protagonista, Gianni Modena, ha sciolto per noi i nodi di una lensurà di sogni e ci ha accompagnati nella Sanremo di una volta, con un ampio repertorio di componimenti recitati rigorosamente a memoria, frutto dei più noti autori sanremaschi.


Sogni int'u ghirindun di Dino Ardoino è l'ouverture, cui seguirà un bouquet di versi dedicati all'amore, ai diversi tipi di amore, il tutto inframezzato dagli splendidi Nuta Dance.


Il piccolo e raccolto pubblico di partenza è andato via via aumentando: l'attenzione era massima e il fatto di aver recitato al "chiuso" ha, per certi versi, favorito la performance.


Qualche vocìo proveniente dal bar ed il rumore dei piatti di chi cenava beatamente in veranda hanno, in un primo tempo, lievemente disturbato l'ascolto, ma col passare del tempo si è raggiunto un giusto equilibrio, che ha permesso ad ognuno di svolgere il proprio ruolo.


Con la partecipazione straordinaria del nostro musicista locale, il trombettista Martino Biancheri, abbiamo ascoltato brani musicali di alta qualità, suonati divinamente dai Nuta Dance: attore e musicisti, protagonisti della serata, si sono rivelati rispettivamente all'altezza del loro ruolo ed il risultato non poteva essere che eccellente.


Gianni Modena ha sfoderato il suo repertorio senza errori e senza dimenticanza alcuna: pieces anche particolarmente lunghe, come A bula d'aria, traduzione in sanremasco di Aldo Bottini de A livella di Totò, o A möiru da l'inveza e il mitico Baixaricò di Franco D'imporzano sono stati i momenti più alti della sua recitazione.

 

Curiosa la presenza tra il pubblico di una ragazza russa (nella foto con i pantaloni fucsia) e di un distinto signore veneto che, a fine serata, sono venuti a dirmi che amano il nostro dialetto. Lei, con una difficoltà maggiore, ha ascoltato e cercato di carpire il più possibile, mentre il signore veneto mi ha confessato di essere assai assiduo alle rappresentazioni dialettali, che gli permettono di conoscere sempre più la nostra parlata e di poterla confrontare con la loro: per chi organizza sono piacevoli confessioni!


Gin De Mori, Dino Ardoino, Vincenzo Balbis, Gin De Stefani, Vincenzo Jacono, Antonio Rubino: da fine Ottocento, ai primi decenni del Novecento e fino ai giorni nostri con D'Imporzano, Modena non ha tralasciato nessuno degli autori e delle opere dei massimi esponenti du giargun sanremascu...


...ed ha dedicato anche uno spazio "in lingua" al celebre Carlo Dapporto, sanremasco nel cuore e nella mente, leggendo (sì, questa l'ha letta!) una sua poesia giovanile intitolata In quella latteria in cui, senza vergogna, racconta dei primi durissimi tempi quando, poco più che ventenne, si trasferì a Milano per tentare la fortuna.


Espressivo, coinvolto, equilibrato, Modena ha dato veramente tanto al pubblico presente. Una bella serata, che ha avvalorato gli sforzi e gli intenti di chi guarda al dialetto come valore culturale di tutto rispetto: ringrazio pubblicamente Gianni e i musicisti per avermi reso felice.


Nessun commento: