Sta per iniziare la stagione della raccolta delle olive e l'annata si presenta decisamente buona. Quando la natura offre l'abbondanza è sempre una festa, anche se, in un secondo tempo, si incontrano altri tipi di difficoltà.
Al piacere dell'abbondante raccolto ne consegue un maggior lavoro per la conservazione dell'olio e per la vendita, in una provincia in cui l'olivicoltura ha visto per decenni concederle il primato in Italia.
Ognuno difende a spada tratta il suo prodotto come se fosse il migliore in assoluto: obiettivamente, invece, sarebbe giusto riconoscerne le indubbie qualità, senza necessariamente ergerlo a primato alcuno.
L'olio di oliva Taggiasca è molto delicato, ha un gusto che "non copre" il sapore degli alimenti ed è ritenuto essere l'ideale per il pesce.
Ma nel Nord Europa, dove il pesce è la base dell'alimentazione, lo sapranno?
Possibile che non ci sia la forza e la capacità di promuoverlo al fine di ridare vita ad un immenso patrimonio dell'Imperiese che attualmente è quasi completamente abbandonato ma in grado, tuttavia, di affrontare un ripristino?
Il "nostro" ministro per lo sviluppo economico riesce solo a pensare alle centrali nucleari e alla cementificazione della Liguria: possibile che non gli cada un pò lo sguardo anche sull'entroterra?