Il mio amico Marco Lorenzi, in arte Marlor, mi invia spesso alcune sue fotografie.
Alcuni giorni fa mi ha mandato queste tre ed il mio pensiero è subito volato inevitabilmente a Nico Orengo: originario della Mortola, destino vuole che nella foto ci sia rimasta la sua abitazione e la chiesa dove ci siamo ritrovati per l'ultimo saluto.
Questi paesaggi sono esattamente quelli che Nico ha descritto nei suoi libri: luoghi in cui ha trascorso l'infanzia, la giovinezza e in cui è sempre tornato e ne ha tratto ispirazione.
Oggi sono sei mesi che Nico se ne è andato.
Un modo come un altro per ricordarlo.
4 commenti:
foto molto belle. 6 mesi fa, ho letto da te della morte di Orengo...come vedi il blog serve anche a condividere le tristi notizie. Buona serata
Affittarono un boston a Garavan, sotto il Narvalo e puntarono al largo. Al timone c’era Adriano. Il sole era tiepido e il mare calmo. Scivolavano oltre il bordo di terra paesi rosa e bianchi, appesi e sporgenti sul vuoto con pini, spiagge di alga bagnata, cimiteri non più grandi di un orto di zucchine.
(Nico Orengo, “La guerra del basilico”, Giulio Einaudi editore, Torino, 1994)
Affittarono un boston a Garavan, sotto il Narvalo e puntarono al largo. Al timone c’era Adriano. Il sole era tiepido e il mare calmo. Scivolavano oltre il bordo di terra paesi rosa e bianchi, appesi e sporgenti sul vuoto con pini, spiagge di alga bagnata, cimiteri non più grandi di un orto di zucchine.
(Nico Orengo, “La guerra del basilico”, Giulio Einaudi editore, Torino, 1994)
Mi mettono malinconia queste foto scattate in una luce afona che non genera ombre.
Si vede bene la casa di Nico e anche il terrazzo col pagliassun che Paolo aveva montato.
Cerco, per adesso, di non farmi aggredire dai ricordi.
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