Roberto Benigni, l'altra sera, nell'ambito del Festival di Sanremo, ci ha fatto un bel regalo con il suo monologo e l'esegesi dell'Inno di Mameli. Ci ha resi consapevoli della storia in maniera tonda e accessibile, combinando tutti quei "pezzi" che abbiamo acquisito a scuola, ma che non ci è facile armonizzare e di conseguenza comprendere.
Benigni ci trasporta nella visione d'insieme, spaziando sui secoli e sugli eventi, ci aiuta a capire, ci emoziona, ci commuove, insomma ci dona tutta la sua bravura e genialità.
Ciò che vorrei aggiungere è il fatto di come riesca a infonderci delle vere e proprie iniezioni di vita, ovvero come ci trasporti, nei giorni seguenti alla sua performance, alla nostra centratura, al meglio di noi stessi, al nostro "essere". Questo è, secondo me, il suo grande pregio. Egli, con la sua enfasi, il suo entusiasmo e le cose intelligenti che dice, favorisce l'accesso al nostro "sentire", quel qualcosa che sta al di là del "pensare" o del "capire" razionalmente. Ecco perché può permettersi di affermare che la "la felicità può dimenticarsi di noi, ma noi possiamo non dimenticarci di lei", ecco perchè può sostenere che "l'amore e la morte sono la stessa cosa": se ognuno di noi accede a quel nucleo fondamentale dell'essere, a quella congiunzione cuore-mente, ritrova al tempo stesso la felicità e la propria saggezza.
Riescono a trasmettere tutto ciò soltanto i Maestri e non c'è libro eccelso che possa più di quanto può un essere umano nei confronti dei suoi simili.
Questa è la sua vera grandezza.
Grazie, Maestro.
8 commenti:
Visto e sentito su Internet ( non ho tv )48 ore dopo. Sulla bravura di Benigni 'non ci piove' ... Le 'conversioni' pro Italia/nazione ( fiammata neo-patriottica ? ) grazie a lui, fanno meditare sulla 'forza invasiva' dello strumento tv sul cerebrum degli spettatori. In questo caso, postivamente. Negativamente, 24 ore su 24 per 365 giorni all' anno. E i risultati si vedono e si sentono, ahinoi. ( Come rilevava anche una ascoltatrice stamane su 'Prima pagina' di radio Rai tre .)
Cara Pia, ho visto Benigni su Rai News , Sanremo mi sono rifiutata di guardarlo anche solo un pò. Vorrei aggiungere qualcosa di mio, se mi permetti . INtanto sono costretti a chiamarlo , ormai ha raggiunto uno status tipo il Presidente della Repubblica o il Papa, ma per me lo spettacolo , e puoi verificare anche te su youtube, erano le facce degli spettatori in prima fila , tipo La Russa, che sembrava avesse il morto in casa , erano terrorizzati di quello che poteva scappargli di bocca , oltretutto a pagamento, e penso che sentirsi dire la verità da uno dovendolo anche pagare molto caro sia doloroso. Eppure Benigni l'ho sentito imbarazzato e addomesticato . Sono contenta che a te abbia fatto un effetto migliore .
Ciao, Pia. Su Benigni, al di là della sua indiscussa genialità di attor comicom e di autore, ho forti resistenze a dirne bene per quanto riguarda la sua performace a Sanremo. No, non l'ho seguito in diretta, ma lo guardato il giorno dopo. Ritengo questo suo difendere a spada tratta un patriottismo nazionalistico in cui ci accomuna tutti, in quest'Italia che non merita più l'appellativo di Nazione, offensivo per chi guarda altrove, anche al mondo esterno come stimolo per liberarsi dalla oppressione morale ed economica. Non ritengo risolutiva la questione del patriottismo per tutti i mali dell'Italia. Caso mai, essendo lui di sinistra, dovrebbe chiedersi quale lezione morale la sinistra ci lascia in questo sfascio. La satira è satira, ritengo, solo quando è contro tutti i POTERI. Non mi pare abbia fatto ciò, ha solo fatto ridere di mestiere.
Ciao e buona domenica.
cara pia,
stò combattendo con la mia testa.
sentito benigni anch'io mi sono sentito italiano (che non me n'è fregato mai niente), ho sentito la bandiera ( che me ne è sempre fregato ancor di meno ) e capito Mameli e l'inno, che ho poche volte citato e mai cantato iniziando con
Fratelli di Taggia,
andiamo alla spiaggia.
e mi accorgo che per partito preso o per pseudo intellettualismo ho sempre rifiutato sanremo, e se qualche volta vedevo un pezzo o una serata negavo.
da due o tre anni lo guardo, mi piace la miusica in generale,colgo l'occasione e osservo le novità e questo fenomeno televiso di costume.
per quello che ho visto quest'anno ho come la sensazione che qualcosa stia cambiando nell'aria .
il dubbio che mi viene è che si rida e si sdrammatizzi di situazioni che in uno stato civile porterebbero al plotone di esecuzione.
il rischio è diventare telespettatori, visto che siamo già una "finta" democrazia fondata sulle televisioni.
io continuo a vedere nella Tv di stato il male più grande, ed il fatto che saltuariamente passino i Vecchioni ed ui Beenigni non mi danno la certezza che possa essere un bene.
ciao
Tutti L'apprezzamento che ho espresso va oltre al patriottismo o all'inno di Mameli. Come dice garabondo, neppure a me è fregato mai più di tanto della patria o dell'essere "nazione" e tanto meno della bandiera, perchè ci sono idee che portano tranquillamente oltre a quei limiti o "confini". Quello che ho voluto dire è che quell'uomo sa toccare corde profonde, perchè Benigni è amore e sa trasmetterlo. Quella lezione storica, contestabile e opinabile, va vista come "una pezza" al clima fetente che ha creato la lega in questo paese; io ho assorbito, invece, un'energia che mi ha smosso per un attimo da un insopportabile torpore in cui verso e che mi rende inerme. Se chi ha più strumenti di altri per elaborare ciò che ha detto può vantare critiche, una ENORME fetta di popolazione che lo ha ascoltato ha potuto stoppare un attimo e riflettere, cosa che nessuno è in grado di farle fare. Abbiate la compiacenza di ammettere che quella lezione di storia sia stata un buon fertilizzante per un terreno incolto, perchè il momento è assai delicato e pericoloso.
Io mi accontento dell'amore che mi ha risvegliato e lo ringrazio semplicemente per avermi restituito a me stessa.
Non ho viisto il festival e, di conseguenza, neppure l'intervento di Benigni.
Mi sono perso qualcosa?
@Gian Paolo Sì
@Pia:Debbo convincermene.
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