mercoledì 9 marzo 2011

Incontro

Colline dell'estremo ponente ligure

Queste dure colline che han fatto il mio corpo
e lo scuotono a tanti ricordi, mi han schiuso il prodigio
di costei, che non sa che la vivo e non riesco a comprenderla.

L'ho incontrata, una sera: una macchia più chiara
sotto le stelle ambigue, nella foschia d'estate.
Era intorno il sentore di queste colline
più profondo dell'ombra, e d'un tratto suonò
come uscisse da queste colline, una voce più netta
e aspra insieme, una voce di tempi perduti.

Qualche volta la vedo, e mi vive dinanzi
definita, immutabile, come un ricordo.
Io non ho mai potuto afferrarla: la sua realtà
ogni volta mi sfugge e mi porta lontano.
Se sia bella, non so. Tra le donne è ben giovane:
mi sorprende, a pensarla, un ricordo remoto
dell'infanzia vissuta tra queste colline,
tanto è giovane. È come il mattino, mi accenna negli occhi
tutti i cieli lontani di quei mattini remoti.
E ha negli occhi un proposito fermo: la luce più netta
che abbia avuto mai l'alba su queste colline.

L'ho creata dal fondo di tutte le cose
che mi sono più care, e non riesco a comprenderla.


Cesare Pavese (S. Stefano Belbo 1908 - Torino 1950)

Poesia scritta nel 1932. Splendida.



6 commenti:

Andrea G. ha detto...

Che meraviglia! Grazie!

pia ha detto...

@Andrea: Sì, una meravigliosa elegia alla donna.

Anonimo ha detto...

Più paesaggio/personaggio che persona questo 'Incontro'. Poesia scritta nel 1932, tra l' 8 e il 15 Agosto, mese del 'destino' per Pavese, che aveva allora solo 24 anni, ma che 'adolescente' resterà per tutta la sua breve vita.

cinema&libri ha detto...

Per errore, sembra di un anonimo il commento che precede, ma è nemo di cinema&libri che lo ha scritto. Mi scuso

pia ha detto...

@Nemonemo: Grazie per la precisazione e per la visita, naturalmente.

gian paolo ha detto...

Concordo con Nemonemo: piu /paesaggio/personaggio, comunque femminile.