mercoledì 30 marzo 2011

Al Corso fiorito di Sanremo

Allestimento stand di Goran Guglielmi

Domenica 27 marzo si è svolto a Sanremo il Corso fiorito, con tanto di carri a concorso, la diretta a Linea Verde su RaiUno, ecc ecc. Anche i produttori floricoli potevano essere presenti con i loro fiori e così il mio giovane amico Goran Guglielmi ha pensato bene di partecipare puntando sul tema dell'Unità d'Italia, dato che la bianca ginestra può assumere, tra le altre, anche le colorazioni rossa e verde.

Goran intento alla sistemazione finale...

Oltre all'abbondante esposizione davanti allo stand di tre ricchi secchi di ginestra fiorita a rappresentare i colori della bandiera italiana, Goran aveva preparato a casa una certa quantità di mazzetti tricolori destinati alla vendita: la sua soddisfazione, oltre al ricavato, è stata quella di aver reso protagonista esclusivamente la ginestra, solitamente considerata fiore di accompagnamento ad altri fiori e di averne sentito elogiare il gradevole profumo.

Lo stand è pronto

La bandiera sulla destra è quella dell'associazione dei Giovani Agricoltori: Goran è un ragazzo partecipe sia della sua attività in senso stretto, sia di quella associativa, oltre ad essere socio della Cooperativa Agroflor di Seborga. E' curioso il fatto che la varietà di ginestra da lui utilizzata è chela de Natalì (quella di Natalì), ovvero una specie selezionata da suo bisnonno, affermatasi ai tempi che furono per la particolarità di assumere molto bene la colorazione rossa.

Come lo capisco...

In quei mazzetti così curati e perfetti c'è tutto l'amore e la passione che un amante della ginestra possa esprimere: col passare degli anni l'enfasi diminuisce, ma anch'io, che nutro la stessa passione, ho portato iniziative in ogni dove, soprattutto a Genova, con lo stesso spirito con cui vedo muoversi lui oggi...

Sapone artigianale realizzato da Goran

Naturalmente aveva diritto ad un pò di spazio anche il sapone artigianale da Goran stesso prodotto, di cui avevo parlato qui ed approfitto nuovamente per consigliarlo perchè è veramente incredibile. Quando vedo sorgere come funghi i negozi "ipersoap" penso sogghignando che la sintesi di tutta quella chimica sta nel semplice e naturale sapone di Goran!

Et enfin!

Insomma: è stato bravo. In questa terra di liguri un pò zoticoni, che male si adoperano per esporsi a mostrare e promuovere il frutto del loro lavoro, questo ragazzo ci ha rappresentati, da solo: alle sue spalle almeno 3.000 aziende producono ginestra e là, nella kermesse dei fiori, nella città dei fiori, c'era solo lui...
Con un pò (tanta) di vergogna, ti ringraziamo.


lunedì 28 marzo 2011

Primavera urbana

Vallecrosia (Im)
Foto di Gian Paolo Lanteri

Quando pubblicai il post L'orto-giardino di Fiorella e Gian Paolo mi guardai bene di non uscire dal seminato, affinché tutto fosse bellezza. E c'è da dire che ancora non ho dedicato ampio spazio al loro gigantesco ciliegio, forse perché speravo lo facesse Alberto Cane, visto che come fotografo è di gran lunga più abile di me e si era ripromesso di farlo.
L'altro giorno, però, Gian Paolo mi ha inviato la foto della "Primavera urbana" che valeva la pena pubblicare. Non rientra nel repertorio delle "cose belle", ma delle "cose reali" in cui incorre inevitabilmente l'occhio, nonostante la presenza sempre gradita dell'orto-giardino che dà la possibilità di ammortizzare l'impatto.
E pensare che l'estetica e il senso del bello appartengono alla mente umana...


domenica 27 marzo 2011

I brutt brothers


Meritano come minimo un post, anche se prima di dedicarmi a loro vorrei spezzare una lancia a favore del Teatro dell'Albero di San Lorenzo al mare. Costruito dopo l'alluvione nell'ambito del palazzo comunale, quel piccolo teatro (che ricorda in miniatura il Carlo Felice) è una boccata di ossigeno per la cultura: già la nostra zona è abbastanza chiusa e refrattaria all'argomento, per cui scoprire certe realtà in piccoli centri è edificante e fa comprendere come riattivando dal piccolo si possa far ripartire la martoriata situazione della cultura nella nostra nazione.

Giulio, Gianni e Sergio

L'anno scorso avevano già fatto l'esperienza ed aveva funzionato. Ci hanno riprovato ed è di nuovo andata bene. I brutt brothers propongono "Ragazzi di strada", un mix di teatro e canzoni rivolgendosi alle generazioni degli anni Cinquanta, supportato dalla proiezione di alcune fotografie che scorrono alle loro spalle. Una proposta rischiosa, perché l'argomento è vasto e composito, ma procedendo per sintesi e tenendo un filo conduttore ben preciso la buona riuscita è garantita.

Gianni Bestagno

Alla voce Gianni Bestagno, di cui molti di voi conoscono il blog. Amicizia, amore e libertà sono i temi della performance, ma sono anche i suoi temi nella vita e la rappresentazione gli è quindi venuta più che spontanea, anche se ogni tanto si aiutava con qualche sorso di vino...


Di grande aiuto scenografico la proiezione delle immagini alle loro spalle, che completavano quanto le parole e le canzoni volevano esprimere. Meritevole anche la scelta dei brani musicali inseriti: pezzi significativi dell'epoca, ma non quelli più ascoltati da sempre e tritati nella memoria come in un frullatore. Sicuramente questa accortezza ha contribuito molto alla qualità.

Augusto dei Nomadi

Naturalmente sono state evocate molte icone della beat generation e, visto il titolo della performance, la sigla di chiusura non poteva non essere "Io vagadondo".
Non svelo nel dettaglio le emozioni che ho provato, perchè quest'estate verranno a Vallebona, in piazza, a portare il loro spettacolo e lascio che ognuno scopra le carte da solo.
Bello anche il fatto che tutto questo sia stato messo assieme per passione, al di là del proprio lavoro: un sollievo per le associazioni culturali di paese che sono sempre in bolletta e che quindi possono ospitarli offrendo loro da mangià e da beve, cume ina vouta...


giovedì 24 marzo 2011

Fiori miei

Annaffiare le margherite
Foto di Angelo Freni

Io non so se il passato, in quanto tale, abbia insita la poesia. Vero è che certe immagini suscitano d'acchito l'espressione "che bella..."
Non so neanche se sia un uomo o una donna, ma non importa: chi ha trascorso (e trascorre) le giornate estive nelle fasce ad annaffiare (aigà) vede e sente in questa foto tutte le emozioni che essa racchiude. Dispiacere di non poter andare al mare, caldo, noia, attenzione a non rovinare le buche facendo fuoriuscire l'acqua, pazienza, senso del dovere, osservazione, pensieri, sguardo libero di spaziare, libertà di sentirsi nello spazio aperto, abiti sempre comodi, desiderio di finire presto per andarsi a tuffare nel mare, lì a due passi...
Tuttavia vederla oggi, sapendo che è un lavoro pressoché desueto per chi ha gli impianti irrigui, l'immagine assume già connotazioni di "memoria". Un tempo andato, lento, solare, arioso, pulito; autonomia, speranza nel raccolto, mercato, denaro, sopravvivenza e qualche soldo destinato al risparmio.
Per tutto ciò allora oggi io dico: bei tempi.


domenica 20 marzo 2011

Succede di tutto


L'agitazione sale.
Terremoto, maremoto, Fukushima, la guerra in Libia, l'angosciante situazione politica italiana, i problemi personali di ognuno di noi: si direbbe che non manca nulla per aprire ad una "maledetta primavera". E a volte sembrano venir meno la forza e la voglia e l'ottimismo di andare avanti, ma ci tocca.
Meno male che esistono gli amici.


giovedì 17 marzo 2011

Quel che penso dell'unità d'Italia


Come al solito mi schiero dalla parte dei perdenti: rifiuto questo Nord opulento che si pavoneggia nell'era industriale e difendo la causa meridionale, che ha visto con l'unità d'Italia la fine del suo benessere.
In allora, nonostante il latifondo e i Borboni, il popolo del meridione era una culla di prosperità agricola, con produzioni di ogni tipo. Con l'unità d'Italia il sud ha iniziato a vivere la sua stagione dell'abbandono da parte dello Stato e proprio da lì sono iniziati i suoi guai.
La malapianta della criminalità organizzata, si sa, nasce per sopperire a delle carenze. L'indigenza, poi, porta degrado e tutto ciò, col tempo, diventa un malcostume difficile da estirpare. Quando poi i tempi di basso impero si instaurano su tutto il territorio, i tentacoli malavitosi trovano terreno fertile e si espandono.
Un nord che, come dimostrava Pietro Germi nei suoi film, rifiutava l'arrivo dei terroni perchè rubavano posti di lavoro; un nord che non affittava le case ai meridionali; un nord egoista e opulento che non ha mai capito nulla e che in più si rifiuta di festeggiare l'unità d'Italia.
Questa è la storia di questa nazione, questa è la storia che non si racconta e per la quale si preferiscono demagogiche stomacate di patriottismo...
Sono favorevole all'unità d'Italia, sono disgustata per come sono andate e per come stanno le cose.
Sono dispiaciuta per la perdita di valore che ha subito in questi 150 anni il popolo meridionale.
Mi vergogno di essere del nord.


mercoledì 16 marzo 2011

Interior-mente


Intimidita resto
dentro casa.
La pioggia ancora
scende e inzuppa.
Fradicia di pensieri
la mia mente
ti rivolge il bene assoluto.
Troppo dolore
non lo sopporta.

pia

lunedì 14 marzo 2011

Mediterraneo, la mostra

Gustave Courbet - Riva del mare a Palavas, 1854

Il pullman, gente amica, Genova, tanta pioggia, le varianti (mostra Luzzati-Calvino, mostra sull'arte africana, visita alla Feltrinelli), brunch a prezzo accessibile al Mentelocale, voglia di stare bene... ecco, questi erano gli ingredienti per coloro che ieri hanno partecipato alla gita organizzata dall'Associazione culturale A Cria di Vallebona.
Ovviamente lo scopo principale era visitare la mostra Mediterraneo. Da Courbet, a Monet, a Matisse, ovvero circa due secoli di pittura avente per tema il Mediterraneo, inteso non solo come mare, ma anche come paesaggio.
Bellissima.
Ci ha restituiti alla nostra appartenenza, mostrandoci gli aspetti più belli e più poetici. Viviamo male, siamo oppressi da troppe cose negative che distolgono la sensibilità dalla percezione della bellezza, in particolare noi Liguri così testimoni sia della presenza del mare, sia del paesaggio che quell'insieme di pittori hanno rappresentato. E naturalmente gli impressionisti hanno fatto la parte del leone, tanto più nell'ultima sala, dove le tre tele erano descritte come appartenenti a tre giganti: Cézanne, Van Gogh e Monet.
L'arte, che ci smuove quel qualcosa dentro, che ci assimila, ci accomuna, ci unisce, ci propone la bellezza il più delle volte correlata alla Natura, perché non viene interpellata prima di vomitare tutto quel cemento in ogni dove?


mercoledì 9 marzo 2011

Incontro

Colline dell'estremo ponente ligure

Queste dure colline che han fatto il mio corpo
e lo scuotono a tanti ricordi, mi han schiuso il prodigio
di costei, che non sa che la vivo e non riesco a comprenderla.

L'ho incontrata, una sera: una macchia più chiara
sotto le stelle ambigue, nella foschia d'estate.
Era intorno il sentore di queste colline
più profondo dell'ombra, e d'un tratto suonò
come uscisse da queste colline, una voce più netta
e aspra insieme, una voce di tempi perduti.

Qualche volta la vedo, e mi vive dinanzi
definita, immutabile, come un ricordo.
Io non ho mai potuto afferrarla: la sua realtà
ogni volta mi sfugge e mi porta lontano.
Se sia bella, non so. Tra le donne è ben giovane:
mi sorprende, a pensarla, un ricordo remoto
dell'infanzia vissuta tra queste colline,
tanto è giovane. È come il mattino, mi accenna negli occhi
tutti i cieli lontani di quei mattini remoti.
E ha negli occhi un proposito fermo: la luce più netta
che abbia avuto mai l'alba su queste colline.

L'ho creata dal fondo di tutte le cose
che mi sono più care, e non riesco a comprenderla.


Cesare Pavese (S. Stefano Belbo 1908 - Torino 1950)

Poesia scritta nel 1932. Splendida.



martedì 8 marzo 2011

La mimosa, da Sanremo in tutta Italia

Mimosa Goulois

Sarò anche un pò ripetitiva, ma ogni anno, immancabilmente, dedico un post all'otto marzo per sottolineare, tra l'altro, il suo aspetto simbolico, rappresentato dalla mimosa.
La produco, è una fonte di sopravvivenza per i floricoltori e la difendo dalle insidie relegate alla speculazione.

Giovani e vecchi: tutti all'opera

Il lavoro è massacrante, stanca molto e non potrebbe durare più di 15-20 giorni così come accade. Il prezzo che percepiamo dipende da diversi fattori e alla fine della fiera il nostro incasso oscilla entro un campo così stabilito: se il prodotto è scarso e di bassa qualità, il più delle volte a causa delle condizioni meteorologiche, il prezzo è alto; se la mimosa è bella, giunge tutta a maturazione in tempo e si riesce a produrne una discreta quantità, il prezzo è basso.

Rudy: "Che casino! Non si sa più dove stare..."

Niente di nuovo sotto il sole: è la legge della domanda e dell'offerta. E già, e noi produttori, senza scossoni e senza speculazioni, ci accolliamo le nostre fatiche e i nostri risultati che arrotondano un ormai magro volume d'affari. Ma non è mia intenzione lamentarmi, per cui passo oltre.

Insacchettare nel nylon

Quando la vedo in tv, quei pochi attimi durante i tg che ancora dedicano spazio all'otto marzo, mi emoziono. Penso che proviene tutta dalle nostre zone, dal nostro lavoro, da Sanremo: Sanremo non è soltanto Festival o Casino, Sanremo è soprattutto Floricoltura.
E mi chiedo anche: se oggi è la Giornata Internazionale della Donna e la mimosa ne è il suo simbolo, come mai questa viene adottata solo in Italia?

Verso l'imballaggio

Quanti passaggi! E non mi riferisco alla catena di distribuzione, ma a quella della produzione, cioè la nostra, prima che quel prodotto giunga alla struttura che provvederà alla vendita.
Forse è lecito azzardare la parola "speculazione" proprio riferendosi alla distribuzione, ma sono argomenti di cui ho poca competenza. So soltanto che è un genere di commercio "una tantum" e che quindi può favorire il meccanismo. Tuttavia penso che come non risolve i problemi a noi, non li risolva neanche ad altri...

Penultima fase

Adesso è pronta per l'imballaggio: 6 mazzi per scatola o cartone (termine che usiamo noi produttori) e poi stivaggio nei frigoriferi della Cooperativa. Il fiore maggiormente deperibile che mai sia stato prodotto sul Mercato di Sanremo ha avuto la sorte di beneficiare dei tempi più lunghi per la conservazione, seguendo precise e semplici norme.

The final cut

Ed eccoci alla fine del processo: accarezzando i mazzi mentre li ripongo stretti nel cartone, le auguro di conservarsi altrettanto bella fino all'otto marzo e di far felice quella donna che ne riceverà un rametto.
Dal dopoguerra in poi, la mimosa di Sanremo ha accompagnato le donne in tutte le loro battaglie per la conquista dei diritti. Ora più che mai esprimo l'importanza di questa Giornata non per vendere la mimosa, ma per difendere le conquiste che nel tempo le donne hanno fatto, contro questa tendenza dilagante a farci tornare indietro e a travisare i significati, svilendo i valori nel loro significato più intrinseco.


lunedì 7 marzo 2011

Appuntamento per domani


L’8 marzo Radio3 dedica alle donne l’intera programmazione della giornata di martedì, a partire dalle voci di giovani donne, che in un minuto ciascuna ci racconteranno le loro aspirazioni e speranze, le loro paure e delusioni, voci che accompagneranno tutto il palinsesto scandendone ogni programma.

Intitolata 8 per 100, cento anni di 8 marzo, questa giornata speciale sarà l’occasione sia per ricordare un centenario importante sia per sottolineare come in Italia la questione femminile sia ancora, con rinnovata urgenza, al centro del dibattito nazionale.

“È proprio a partire dall’attualità che ci è sembrato importante ricordare la storia dell’8 marzo. Al di là dell’eventuale anniversario è fondamentale stimolare la riflessione sul presente, su un oggi che propone un nuovo protagonismo femminile”, sottolinea Marino Sinibaldi, direttore di Radio3.

Così Radio3 si interrogherà su cosa sta cambiando nel mondo femminile alla luce delle problematiche connesse al lavoro, al corpo, all'evoluzione socio-politica ma anche al ruolo delle donne nelle rivolte del mondo arabo.

Uno speciale di 2 ore dalle 10.00 alle 12.00 condotto da Annamaria Giordano, Rossella Panarese e Giorgio Zanchini fotograferà la situazione del nostro paese dopo le manifestazioni delle scorse settimane che hanno visto le donne protagoniste nelle piazze italiane.

Farhenheit si occuperà dell'8 marzo e le donne leggendone la storia per intuire il futuro. Interventi di Alessandra Gissi, Marisa Ombra, partigiana e storica dell'UDI, sulla trasformazione dell'immagine femminile nei manifesti pubblicitari dal 1944; Barbara Spinelli, Associazione italiana Giuristi Democratici, approfondirà la questione della CEDAW - Comitato per l’Eliminazione delle Discriminazioni contro le Donne.

Per il futuro, testimonianze di alunni e insegnanti che stanno lavorando sul rapporto maschile-femminile in classe e delle economiste Elena Sosti e Beatrice Costa.

Anche il Libro del Giorno ha una tematica affine alla giornata speciale.

Alle 20.00 Libere, scritto da Cristina Comencini con la regia di Francesca Comencini che vede in scena Lunetta Savinio e Isabella Ragonese. Lo spettacolo nasce da un gruppo di donne che ha sentito, costituendo anche un’associazione, l’urgenza di esprimere sdegno, fatica e angoscia di fronte a un Paese dove le donne hanno una rappresentazione pubblica avvilita, offesa, degradata, continuamente sospinta indietro, verso confini che sembravano superati da anni. Sulla scena una donna in là con gli anni e una lunga esperienza nella riflessione femminile, e una giovane, inizialmente diffidente, che dialogano ritrovandosi alla fine idealmente più vicine.

Alle 21.00 in diretta dall’Auditorium Parco della Musica di Roma Lezioni di Tenebra della compositrice contemporanea Lucia Ronchetti, riduzione dal Giasone di Francesco Cavalli, libretto di Giacinto Andrea Cicognini.

Grazie Radio3!


sabato 5 marzo 2011

Nell'arco di un mese

Il salice piangente di Pia in quel di Sant'Antonio

Me lo regalò Ruggero parecchi anni fa, era un fuscello. Mi disse: "Piantalo dalla fontana, è il suo posto ideale" e così fu. Adesso è diventato un esemplare che segna un punto di riferimento ai passanti per la strada interpoderale "Cruxe-Cà di Tùrchi"...


Nel periodo invernale, bazzico in quella campagna soltanto nel periodo della raccolta delle olive e in quello della mimosa. E' una campagna che "produce", ma la vivo spesso e volentieri come un angolo di poesia: le Piccole gioie del post di alcuni giorni fa provengono da qui...


Mentre noi iniziamo a spogliarci, le piante iniziano a vestirsi, come giustamente ha fatto notare Alberto Cane in un suo commento. Tra febbraio e marzo si avverte il pulsare dell'energia della rinascita. Fa ancora freddo, è vero, ma le giornate si sono allungate e durante le ore nel cuore della giornata si inizia timidamente a smettere il gilet imbottito o la felpa più pesante.


Emozionarsi di fronte agli spettacoli della natura è un bel regalo. Il salice si presenta sempre bello in ogni occasione, tanto più in questo periodo in cui germoglia e ci fa capire che si sta decisamente andando verso la bella stagione.
Penso lo si possa considerare una "bellezza del luogo" e mi auguro che possano cogliere questo aspetto anche coloro che passano con i suv e sono irritati perchè le fronde fregano l'antennino...
Mi piacerebbe dargli un nome, come spesso ho fatto con esemplari di piante assai particolari: voi, come lo chiamereste?



martedì 1 marzo 2011

Madre Terra

Terra lavorata con la vanga
(foto Marco Lorenzi)

Via e-mail mi giunge questa foto e il pensiero va...
In questa immagine ho rivisto mio padre, quando preparava il terreno per piantare le patate o per qualsiasi altra necessità; ho rivisto l'importanza della terra per generare vita; ho voluto confidare nella vastità di questo pianeta per non sconsolarmi alla certezza della contaminazione che l'uomo le ha inferto, me compresa; ho colto il senso del ciclo di sonno (o morte) e rinascita; ho provato nostalgia per il tempo che fu, quando l'uomo la trattava sempre così bene.
Sono spaventata dal male che le abbiamo fatto e che continuiamo a farle, sia noi agricoli (che forse siamo ancora il danno minore), sia gli assassini che la usano per discariche di ogni genere.
Madre Terra deve accogliere nel suo grembo tonnellate di rifiuti, organici, inorganici e poi scorie radioattive, sostanze chimiche di scarto della più impensabile natura. E la gente è costretta ad ammalarsi irreversibilmente.
E' terribile.
E pensare che, da che mondo è mondo, è Lei che ci nutre.

(Oltre ad essere autore della foto, penso che il mio amico Marco sia anche l'artefice di questa aratura... Ce lo dirà nei commenti!)