lunedì 11 giugno 2012

Ciau Enso

Enzo Biamonti - Enso

Ci sono persone che durante il corso della vita ci è dato incontrare e che rimangono per sempre nella nostra memoria. Uno di queste è Enso, fratello del ben più celebre scrittore Francesco Biamonti.
Dei tre fratelli, Enso è quello che ho conosciuto per primo. Ero molto giovane, e mio padre mi aveva già abituata a svolgere ogni sorta di burocrazia: il catasto, l'ufficio del registro, la camera del lavoro, il sindacato, le banche e quant'altro non hanno mai rappresentato per me un problema, perché ho appreso a frequentarli assai presto. E proprio in banca, l'allora Banco di Imperia, mi ritrovai di fronte questo impiegato col quale entrammo in empatia quasi per "fiuto". Mi guardò un paio di volte negli occhi e la terza mi porse il suo pacchetto di Gitanes e l'accendino sotto il vetro della cassa e mi disse in dialetto: "fumiamocene una" e così ogni volta che entravo in banca (allora si fumava dentro l'ufficio!) si rinnovava il rito e cominciammo a conoscerci. E iniziò anche a prepararmi delle fotocopie di articoli abbastanza rari, di taglio anarchico, che puntualmente tirava fuori dal cassetto non appena mi avvicinavo allo sportello. Infine passammo anche al caffè, nel bar di fronte alla banca, apponendo quel pratico e categorico cartello con su scritto "Chiuso" fintanto che la nostra pausa e la nostra conversazione non si fosse esaurita.
Silenzioso, coerente e insofferente nei confronti di un mondo in cui non c'era (e non c'è) verso di trovare o conquistare un pò di giustizia sociale, Enso in quella banca ci lavorava perché doveva, senza ambizione e non favoreggiandone gli scopi: la sua intelligenza e la sua sensibilità non glielo permettevano.
Non si è mai fatto travolgere dai tempi moderni. Manteneva quella coscienza, quella consapevolezza di un mondo quasi tutto da rifare che gli ha comportato anche tanta sofferenza e ricercava, con le persone a lui simili, la condivisione di pensiero e dello stare assieme come pochi sanno ancora fare.
Francesco con la letteratura, Enzo con la politica, Giancarlo con il pallone elastico: ognuno dei tre fratelli ha attraversato la mia vita lasciandomi qualcosa di importante e di cui sono loro molto grata.
Ciau Enso, te penseron ancù.


3 commenti:

Alberto ha detto...

Lo conosciuto bene anch'io. E con Brunilde, per un bel po' di tempo, tutte le domeniche pomeriggio venivano a Isola. L'ho saputo ieri da Paolo.
Ciao Enzo.

Gian Paolo ha detto...

Persona cara, sensibile, di sottile amara ironia.
Mi piace ricordarlo come compagno di caffè mattutino, prima d’iniziare il lavoro: lui in banca ed io a scuola.

Grazie Pia per il bel ritratto che ne hai tratteggiato.

sessantotto ha detto...

Ho fatto un passo avanti anch'io leggendo stasera qui la notizia. Passare in macchina davanti ai manifesti è diventato un modo per non sapere, per evitare di prendere coscienza dei tanti passi avanti che facciamo nella fila in cui siamo.
Da Lui non ho preso quasi niente purtroppo.