martedì 28 settembre 2010

Mani amiche...


...a Santa Giusta, suonavano in tre,


Elvio al basso,


Angelino alla tromba,


Manuela al sax,


sotto questa topia (pergola) di uva fragola.

Come un Mandala.


venerdì 24 settembre 2010

E' una tremula pioggia

E' una tremula pioggia
di fogliuzze farfalle dorate:
è il pianto luminoso che Settembre
piange dal cuore della grande acacia.
Come sanno morire in dolcezza
le fogliuzze farfalle,
come lievi si posano
e si confondono al suolo!
Hanno vissuto una splendida estate,
muoiono nella luce beata
dell'estate che muore.

Diego Valeri (1887-1976)


martedì 21 settembre 2010

Il GrandHotel

Copertina di GrandHoltel
del 24 ottobre 1959
Anno XIV° - n. 696 - L. 40

Circa un mese fa, alla discarica comunale di inerti, ho trovato quasi due intere annate di numeri del settimanale GrandHotel, quelli del 1959-60: mi è sembrato un vero e proprio bottino!
Ho subito galoppato tra i ricordi, perchè era la rivista che leggeva assiduamente mio padre e, di conseguenza, tutta la famiglia. Il GrandHotel era proprio bello, ad iniziare dalla copertina, che solitamente riportava un disegno del bravissimo Walter Molino, con immagini che raffiguravano i principali eventi del periodo: a ottobre, infatti, è tempo di vendemmia.

Fotoromanzo tratto dal romanzo
La Signora delle camelie di Alessandro Dumas

Al suo interno il giornale era veramente ricco di argomenti: attualità, mondo dello spettacolo, rubriche, pubblicità, romanzi, fotoromanzi, foto giganti a colori di personaggi di spicco dell'epoca, oroscopo, programmi radio-tv, "i casi della vita", barzellette, "microgiornale", una pagina dedicata all'arredo e una alla cucina, "retroscena", un passo di Storia, insomma tanto da chiedersi, col senno di poi, come facevano a condensare in poche pagine tanti argomenti così.
Il fotoromanzo "storico", in costume, era anche un modo per rendere accessibile alle persone meno colte capolavori della letteratura.

Pubblicità

La pubblicità occupava parecchio spazio: d'altronde il consumismo iniziava il suo impietoso percorso e quello era (ed è) il suo veicolo indiscusso. Mi ha colpito quella della Tissot, che riproduceva modelli di orologio (tra l'altro sempre attuali) di cui beneficiavano puntualmente i "maschi" in occasione della Comunione e Cresima, quale regalo del loro padrino.

La vignetta di Pimpinella la sbruffoncella

Immancabile la vignetta, la cui protagonista era Pimpinella la sbruffoncella, purtroppo non raffigurata su quella di questo numero. Era una ragazzina che sbeffeggiava, però con stile, la cui particolarità era la pettinatura: una coda di cavallo alta che, devo ammettere, quando da ragazza mi legavo i capelli in quel modo, inevitabilemente mi veniva in mente lei.

Utima pagina: E' accaduto

La pagina finale della rivista era dedicata ad un fatto realmente accaduto, raffigurato da Walter Molino. Era quasi sempre riferita ad eventi tragici, come dimostava la piccola icona in alto a sinistra, che dava titolo alla pagina e illustrava un "mondo in rovina".
Il GrandHotel è stato un protagonista della vita di molte famiglie italiane accompagnandole dall'immediato dopoguerra (1946) ai giorni nostri, visto che ancora oggi viene pubblicato, anche se non mi capita più tra le mani da moltissimo tempo.

venerdì 17 settembre 2010

Italo Calvino

Italo Calvino (1923-1985)
Ritratto di Graziano Origa

« L'inferno dei viventi non è qualcosa che sarà; se ce n'è uno, è quello che è già qui, l'inferno che abitiamo tutti i giorni, che formiamo stando insieme. Due modi ci sono per non soffrirne. Il primo riesce facile a molti: accettare l'inferno e diventarne parte fino al punto di non vederlo più. Il secondo è rischioso ed esige attenzione e apprendimento continui: cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all'inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio. »

(Italo Calvino, Le città invisibili, 1972)


martedì 14 settembre 2010

Però , 'sti Toscani...

Firenze, Pontevecchio
foto Marco Lorenzi

Per riparare alle "stranezze Toscane" del post precedente, pubblico volentieri questa foto "fresca di giornata" del mio amico Marco Lorenzi. Indubbiamente un'immagine insolita del Lungarno, almeno per me che è già qualche annetto che non vado a Firenze. Mi fa pensare alla Parigi dell'Ottocento e devo dire che dà proprio il senso di un salto nel tempo.
Tra tutte le brutture che solitamente si vedono in riva ai fiumi, ferocemente cementificati e rasati di vegetazione per contenere il fenomeno delle alluvioni, non si può fare altro che approvare questa delicata idea de' Fiorentini...

venerdì 10 settembre 2010

"Maledetti Toscani"

Pelletterie "Maledetti Toscani" a Montepulciano (Si)

Non è un'imprecazione, ma il nome di un rinomato e longevo negozio di pelletteria in quel di Montepulciano, che ha catturato l'attenzione dei miei amici Fiorella e Gian Paolo durante la loro vacanza nella di lei terra natìa. Avranno anche fotografato tutte le risapute bellezze di quella regione, ma a me hanno inviato una serie di foto curiose, di cui ne pubblico alcune.

Che allegria!

Nel Casentino, una delle 4 grandi vallate in cui è divisa la provincia di Arezzo, si sono ritrovati in questo paesino che, pare, si chiami così per via del fatto che vi abbiano arso vivo nel 1281 un certo Mastro Adamo, falsario del fiorino di Firenze, di cui Dante parla nella Divina Commedia, collocandolo nella bolgia dei falsari e sottoponendolo alla pena dell'idropisia, che gli deformava il corpo gonfiandogli la pancia a dismisura.

Come un Tarocco...

Poi, nell'aretino, si sono ritrovati anche a Il Matto...

Colpa della sintesi...

Telefonia e tabacchi assieme non mi risulta siano frequenti, ma in questo esercizio, in Toscana, pare di sì e, per amor della sintesi, ne è venuta fuori una ragione sociale decisamente particolare, che mi ha fatto pensare a coloro che solitamente "scroccano" le sigarette agli altri...
La curiosità, oltre alla sua funzione di spingere sempre l'uomo o gli animali verso nuove esplorazioni, ha pure la caratteristica di solleticare l'ilarità, regalando piacevoli sorprese che scaturiscono dai più impensabili meccanismi psicologici.
Fa sorridere, e non è poco.


martedì 7 settembre 2010

Costruire il territorio (3)

Giardino del CRA-FSO di Sanremo
Ex Stazione sperimentale per la floricoltura

PER IL PAESAGGIO di Mario Calvino

"Ecco la campagna che bisogna fare in Liguria e sto per dire in tutta Italia: conservare il paesaggio naturale, aiutando la Natura, piantando palmizi, agavi, cactus, pini, etc, lungo la Cornice, lungo le strade, sui capi, lungo le rive del mare, ora spogli di vegetazione. Nelle Stazioni ferroviarie già si è fatto qualcosa in questo senso, ma molto resta ancora da fare. Alle volte bastano due o tre piante di Pini d'Aleppo, due o tre belle palme, un gruppo di Casuarine, etc, perchè il paesaggio risulti completo e appaghi la vista.
Quelle coste aride, quei capi dirupati della nostra Cornice, con poche agavi, qualche cactus, pochi tamerici possono perdere tutta la loro asprezza e desolazione rendendosi belli e giulivi. Quelle rocche brulle, quei burroni squallidi o con pochi alberi, se fossero adornati con gruppi di arbusti, con piante rampicanti, con qualche pietra posta artisticamente possono diventare motivi di bellezza. Sorgano nelle nostre cittadine "Commissioni pel Paesaggio" e cerchino di completare le bellezze naturali del suolo, facciano rispettare le piante, ed educhino le nuove generazioni al culto della bellezza del paesaggio!...
Anche i nostri giardini, pochi eccettuati, sono trascurati. Pare che i nuovi ricchi non capiscano l'importanza educativa dei giardini, Non vogliono pagare il lavoro intelligente del giardiniere.
I giardinieri abbandonano le ville, e si dedicano per conto proprio all'orticoltura e alla floricoltura. Sono pochi i veri giardinieri, che ancora rimangono nelle ville. Si sostituisce il giardiniere con un uomo di fatica qualunque e lentamente i giardini deperiscono per mancanza di cure.
Pagar bene i bravi giardinieri vuol dire proteggere l'orticoltura e assicurarsi, col possesso di un parco o di un giardino ben tenuto, quel sollievo dello spirito che è vano cercare nelle sale da ballo o negli altri ritrovi mondani."

Sanremo, 1 febbraio 1926

Floricoltura e cemento negli anni Settanta
a Sanremo

lunedì 6 settembre 2010

Costruire il territorio (2)

Vietnam village
foto ricevuta da Marco Lorenzi

...uomo e natura sanno conciliarsi,
uomo e cemento danno vita a paesaggi offesi...

giovedì 2 settembre 2010

Costruire il territorio

Maixé (muro a secco) in corso d'opera
foto archivio del CRA-FSO - Sanremo
(ex Ist. Sperim. Floricoltura)

Parlo spesso e volentieri del passato, ma non per nostalgia, più che altro per confronto. Cent'anni fa l'audace prof. Mario Calvino (in piedi a destra nella foto), noto agronomo e padre dello scrittore Italo, seguiva i lavori di costruzione dei muri a secco per ricavare le fasce che avrebbero poi accolto l'impianto di specie floricole da sperimentare. Nasceva la Stazione Sperimentale per la Floricoltura di Sanremo, a ridosso della splendida Villa Bel Respiro, ancora oggi operativa.
I muri si facevano così e così devono essere fatti: la terra respira, drena, le piante hanno la giusta aereazione per le radici, ecc, ecc. Ma oggigiorno, con le ruspe e le bettoniere di cui si dispone, si procede in tutt'altro modo, massacrando sia il paesaggio, sia la salute delle piante e dando modo alle piogge torrenziali di gonfiare i terrazzamenti cementati e provocare danni enormi.
L'uomo sfida la natura, ma quest'ultima prima o dopo presenta il conto. Non si può tornare indietro, ma andare avanti senza il rispetto delle leggi naturali espone ognuno di noi a dei grossi rischi.
Chi ci ha preceduto ha costruito un territorio; al giorno d'oggi, credendo di costruire alla luce della modernità, non si fa altro che distruggere.
Soprattutto in Liguria.