giovedì 27 gennaio 2011

Gli Italiani non cambiano mai

Gioachino Belli


Mentre ch'er ber paese se sprofonna

tra frane, teremoti, innondazzioni

mentre che so' finiti li mijioni

pe turà un deficì de la Madonna


Mentre scole e musei cadeno a pezzi

e l'atenei nun c'hanno più quadrini

pe' la ricerca, e i cervelli ppiù fini

vanno in artre nazzioni a cercà i mezzi


Mentre li fessi pagheno le tasse

e se rubba e se imbrojia a tutto spiano

e le pensioni so' sempre ppiù basse


Una luce s'è accesa nella notte.

Dormi tranquillo popolo itajiano

A noi ce sarveranno le mignotte


Giuseppe Gioachino Belli (Roma, 1791 – Roma, 1863)


"Prelavata" da Facebook


6 commenti:

Alberto ha detto...

I grandi sono sempre attuali, ma questi versi lo sono più che mai.

Una pignoleria, ma non del tutto. Visto che il componimento è un sonetto, dividiamolo nelle strofe giuste: due quartine e due terzine.

pignasca ha detto...

la conferma che la storia si ripete sempre!
ma visto che ci siamo già passati, magari potremo averne un suggerimento su come rimediare, no?

Gianni bestagno ha detto...

E' proprio bella.
Anche se non credo sia del belli e' bella.
Precisa ,reale,drammatica verità

Lara ha detto...

Tutto come sempre. Povera Italia!
Ciao Pia,
Lara

La Chica del Sol ha detto...

attualissima!!!!

Anonimo ha detto...

sicuramente non è una poesia del Belli (le pensioni di anzianità le ha introdotte Bismarck nel 1889 e non credo che la fuga dei cervelli nelle università straniere fosse un problema molto attuale nell'italia del buon Gioacchino)però complimenti a chi ha realizzato questo simpatico falso. Lo stile senz'altro è adeguato al clima generale in cui viviamo...
andrea