Vallebona - Il Castel Gabbiani
L'altro ieri, al caffè del mattino nel bar del paese, sfogliando La Stampa, alla pagina dedicata alla cultura, ho letto la poesia L'infinito del Leopardi: così, appena alzata, sorbire il mio caffettino e un tale capolavoro della letteratura, è stata una sensazione meravigliosa.
Mi sono detta: se ogni giorno, su La Stampa, oltre a Gramellini e La Jena pubblicassero anche una poesia, per amor della sintesi ce ne sarebbe abbastanza per iniziare bene la giornata...
L'infinito
Sempre caro mi fu questo ermo colle,
e questa siepe, che da tanta parte
dell'ultimo orizzonte lo sguardo esclude.
Ma sedendo e mirando, interminati
spazi di là da quella, e sovrumani
silenzi, e profondissima quiete
io nel pensier mi fingo; ove per poco
il cor non si spaura. E come il vento
odo stormir tra queste piante, io quello
infinito silenzio a questa voce
vo comparando: e mi sovvien l'eterno,
e le morte stagioni, e la presente
e viva, e il suon di lei. Così tra questa
immensità s'annega il pensier mio:
e il naufragar m'è dolce in questo mare.
G. Leopardi (1798 - 1837)
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6 commenti:
ma che bella :)
a scuola non la si puo' capire sta poesia, ma dopo i 30 fa' tutto un altro effetto!
eh già, tra le brutte notizie una poesia ogni tanto aiuterebbe a cancellare la negatività...
saluti e buon anno!
ilona
@Ilona Proprio così, Ilona, la bellezza di tante cose studiate "per forza" a scuola la si scopre proprio in età matura e allora sì che le si apprezzano veramente!
Evidentemente, invecchiare ha i suoi vantaggi...
Diceva Biamonti: " Leopardi scrive per l' eternità, scrive come un principe " ( dall' Intervista ne " Il paesaggio è una compensazione" a cura di Paola Mallone, De Ferrari 2001 )
Ognuno dovrebbe avere il suo colle dell'infinito. Ma forse ormai questa dimensione, che di fatto è inumana, si è persa.
E chi dovrebbe scegliere le poesie da pubblicare su La Stampa?
@Alberto Tu!
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