La mia amica Sandra, che ha passato due terzi della sua vita in Germania, quando torna al paese natìo ricerca volentieri gusti, profumi e sapori della sua infanzia, quasi a creare un collegamento emotivo che travalichi la variabile "tempo".
E' un piacere invitarla: preparando cibi della tradizione ligure e soprattutto contadina, assapora e descrive i suoi ricordi, rendendo partecipi anche gli altri commensali che, per la forza dell'abitudine, non fanno più caso a certe sottigliezze.
Ieri è arrivata da Ventimiglia con questo dolce: vedere quella confezione, per me, è stato veramente un salto immediato in un lontano passato, quando in casa era l'unico prodotto "industriale" che si consumava.
La cosa che mi ha colpito di più è proprio il formato e il tipo di carta utilizzato, che si differenzia di pochissimo da quello di allora: se non ricordo male era leggermente tendente al violetto, ma la grafica della carta era proprio quella.
Suppongo che la Ditta Trucco abbia puntato molto su acquirenti francesi, vista la scritta che riporta sopra la confezione. Infatti, all'epoca, il dolce altro non era che un panettone a forma di pan carré, mentre al giorno d'oggi l'impasto è arricchito di burro, ingrediente sacrosanto per i palati francesi, dato che i loro "gateaux" ne contengono abbondanti quantità.
Non è questione di nostalgia, ma riscoprire quelle cose che ci sono appartenute fa sempre un certo effetto. Le persone che sono emigrate sono un'importante memoria, sia per la conservazione della lingua, sia per riportare alla luce ricordi, emozioni, momenti di vita che il quotidiano di chi è rimasto ineluttabilmente cancella.
Grazie Sandra, grazie a tutti i figli di ogni terra ogni qualvolta tornate a casa.