"Cosa si fa prima dell'ispirazione? Ma che domanda è questa.
Posso dire quello che ho fatto in questi giorni. Un mattino, ho guardato il cielo: era di un blu violento e vi passavano nuvole bianche che sembravano urtare alle rocce. Un altro giorno ho camminato tra gli ulivi. Un uomo stava falciando le terrazze prima dell'aratura. Le erbe si stagliavano su un fondo di anemoni che cominciavano a deperire; v'erano pure dei pennacchi d'argento, piegati dalla brezza, che sembravano lanciare una muta implorazione.
Si scrive sull'onda di ciò che si vede o di ciò che si ricorda. Scrivere è circoscrivere un'emozione, sognarne qualche altra omologa a quelle della vita.
La sera, sovente, vado a guardare il mare: si alza nel cielo e palpita prima di sparire. La notte, prima di scrivere, lo ricordo. Cerco lo stile, che garantisce l'avvenimento e l'illusione. Immagino il personaggio a contatto delle cose (nello sbalordito stupore che le cose gli dànno) o in preda ai ricordi.
La giornata di chi scrive è fatta di contemplazione, l'azione è subito corrosa. In chi scrive si annida una sorta di monaco che sabota l'azione. La meditazione sulla vita si allarga nello spazio e nel tempo. Si sente piangere l'ora che passa nel vento, coi suoi diamanti estremi."
Da Scritti e parlati di Francesco Biamonti, pag. 21
6 commenti:
A mio giudizio, di poco conto senz'altro, Francesco valeva almeno cinque Nico Orengo!
Ciao!
"La giornata di chi scrive è fatta di contemplazione, l'azione è subito corrosa".
E qui si potrebbe aprire un largo dibattito. Ma è forse inconciliabile l'azione con la contemplazione?
@ Alberto: personalmente non ritengo inconciliabili azione e contemplazione, ma per quello che mi è dato di conoscere di Francesco, credo di sì.Di più potrebbe dire nemo.nemo
Ciao
sarà sempre tardi.
se fossimo una provincia seria, e avessimo un provveditorato serio Francesco sarebbe letto in tutte le scuole e le classi per tutte le età scolari.
insegnerebbe a tutti ,maestri compresi, quanto c'è da vedere, guardare , sentire, capire e da amare nella nostra terra e nelle nostre genti. e stracondivido marlor
ciao a presto
Io credo che per Francesco Biamonti l'azione coincida con la scrittura. E' il divenire concreto che scaturisce dalle sue meditazioni. Se ci si immerge a livelli così profondi come quelli raggiunti da Francesco, non rimane tempo nè energie per fare altro.
Ciao Pia, spero di vederti a San Biagio venerdì.
Nella sua condizione di personaggio e persona immersa nel paesaggio, scrivere e contemplare per Biamonti dovevano coincidere spesso, come si capisce dai bellissimi personaggi che ha creato.
Purtroppo, la decadenza del paesaggio che stiamo osservando in questo periodo, rende sempre più difficile trovare persone del genere.
Tocca a noi insomma, salvare il salvabile. ciao Pia!
g
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