mercoledì 9 novembre 2011

Accadde nel 2006

Sito di mimose invaso dai detriti alluvionali.
Il livello della fascia è quello della strada.

Nel ponente ligure abbiamo avuto due alluvioni importanti nel corso del 2000 e del 2006. Nella mia vallata è stata più grave la seconda, di cui, a memoria d'uomo, non si ricorda nulla di simile. Soltanto verso la seconda metà dell'Ottocento pare che il nonno della memoria interpellata (un ottantenne) raccontasse che fossero arrivate delle pietre in piazza dalle campagne retrostanti il paese.

La mamma guarda allibita

Era il 14 settembre 2006. Nell'arco di 3 ore scarse venne giù il finimondo, anzi il cosiddetto muro d'acqua, espressione che nelle interviste degli alluvionati ricorre spesso e volentieri. Muro d'acqua... io l'ho visto e sono corsa in bagno.

Il livello della fascia di mimose salì di oltre un metro: terra, pietre e qualche ramo. Tengo pulito il ritano e la cosa che più mi ferì fu che i muri a lato della campagna erano tutti in piedi, ma quella furia portò via tutto: pietre e quanta terra servisse per poter passare.

Livello strada = livello fascia

Quando sono arrivata dalla campagna, le ruspe avevano già iniziato a sgomberare la strada dai detriti. L'interpoderale più a valle era crollata ed il traffico non poteva che essere deviato che su questa via. Quelle pietre, quella terra erano state maneggiate dall'uomo, messe al loro posto, ancora con i criteri saggi della regimentazione delle acque e quei ritani avevano lasciato scorrere le acque per parecchi decenni senza turbamento alcuno.

A riana (il rio o ritano)

Vedere a riana in questo stato era un dolore. Da dove si era smossa tutta quella massa di roba, dato che è una zona abbastanza curata dal punto di vista delle acque?

A monte della fascia

I detriti si sono fatti strada nella fascia: impensabile, se penso a come era l'assetto del ritano, impensabile che possa essere successa una cosa così.

A riana dopo il passaggio della furia:
muri scomparsi e detriti nelle fasce

C'era sempre tutto pulito. Non c'era un ramo, né erbacce, né arbusti. Allora si comincia a pensare che è un evento eccezionale, ma anche che non piove più come un tempo. Per più di un secolo neanche una volta, in 6 anni due volte... e poi telegiornali che in ogni periodo dell'anno parlano sempre di maltempo a livelli feroci.

Il ritano, che divide due siti di mimosa,
invaso inverosimilmente

Col cuore gonfio lascio il mio appezzamento e mi sposto in un'altra zona, dove lo stupore aumenta esponenzialmente: come ha potuto riempirsi così di detriti u valùn di ursi?



U valùn di ursi
(il vallone degli orsi)

Quelle pietre strappate dalla furia dell'acqua erano al loro posto, posate nei muri a secco, non erano randagie nell'alveo per via dell'abbandono: eppure quell'acqua terrificante le ha scaraventate tutte a valle...

La "vomitata" di detriti de u valùn di ursi

Erano già passate le ruspe per aprire il varco e guardate cosa c'era ancora di detriti...

U valùn de vì

E per concludere un bel crollo di strada, quello che ha comportato la deviazione su quella soprastante. Siamo nelle campagne, le proporzioni sono ridotte rispetto ad una città o nelle zone limitrofe del paese, ma il senso è lo stesso. Non c'è particolarmente edificato, l'abbandono è relativo, non ci sono serre per le coltivazioni: tutto sommato questa zona riflette ancora i vecchi criteri di tenuta, eppure ha subìto una violenza inaudita.
Di responsabilità ne abbiamo tutti e sicuramente l'uomo ne ha anche nel senso dei cambiamenti climatici, ma rimane sempre affrancato al mistero il perché esistano certi fenomeni.


5 commenti:

raggio ha detto...

immagini eloquenti di un disastro ancora impresso nella mente. nella nostra valle non era successo nulla di simile, ma dalle vostre parti e sul litorale... la furia dell'acqua e la forza del vento sono dei fenomeni naturali che mi fanno davvero paura! buon pomeriggio con un timido sole!

Alberto ha detto...

Certo che dopo disastri come quelli che narrano queste foto ad alcuni può venire la forte tentazione di abbandonare tutto e cambiare mestiere. Ma tu sei "una uoma", cara Pia, con le palle.

Ti volevo chiedere, nel 1966, lo so che eri piccola ma forse ne hai sentito parlare, da voi non successe niente? Fu per intenderci quando a Dolceacqua crollò il ponte. Lo avevo pubblicato QUI.

Anna Rossini ha detto...

Mi piacciono sempre molto i tuoi racconti ke leggo cn grande avidità ma questa volta mi hai fatto venire i brividi! Saranno stati i ricordi..da me fu disastrosa quella del 2000,sono rimasta ospite presso amici x 4 giorni,era impossibile venire a casa.Ma cosa sta succedendo al ns mondo?

pia ha detto...

@Alberto: cosa successe a Vallebona non lo ricordo, forse perché non fu drammatica. Però mi ricordo del ponte di Dolceacqua: la 1100 del Vurpotu rimase nella Terra, di là del ponte, e dopo alcuni giorni fecero uscire le macchine facendole transitare sul ponte vecchio, un evento che non ho mai dimenticato!

Alberto ha detto...

Questa qui delle delle macchine fatte transitare sul ponte vecchio non la sapevo proprio. Me la farò raccontare da qualcuno. Ciao.