domenica 6 settembre 2009

Fuochi di settembre

Canadair (foto Wikipedia)

La mia terra, la Liguria, difficilmente sfugge ai fuochi di settembre, soprattutto in un'estate tropicale come questa.
La natura è al limite e la morfologia collinare-montuosa è decisamente soggetta ad incendi.
Tra i grandi "accusati" che appiccano fuochi ci sono i cacciatori: i "cinghialisti" sono raggruppati in squadre che si suddividono il territorio, per cui quando brucia un'area è chiaro che gli animali scappano e si rifugiano in quella adiacente. Poi ci sono i piromani, gli imprudenti e poi non so, sta di fatto che ogni giorno, da Ventimiglia a Sarzana, cioè da Ponente a Levante, è tutto un andarivieni di aerei, elicotteri, vigili del fuoco e squadre varie di volontari della protezione civile per combattere e arginare la distruzione provocata dal fuoco.

Elicottero della Forestale-Protezione Civile
(Foto Max Mencarelli, che rende bene l'idea del colore del cielo, tra l'altro...)

Viviamo in un'era dove tutto ha assunto dimensioni grandi e complesse: grande caldo, grandi fuochi, grandi strutture e organizzazioni per affrontare il problema.
Soltanto pochi decenni fa, quando "partiva" un fuoco, il messo comunale, non appena ne riceveva comunicazione, in qualsiasi momento del giorno suonava con insistenza una determinata campana, che avvisava appunto che era in atto un incendio.
Allora gli uomini del paese si ritrovavano al più presto sulla pubblica piazza, dotati di arnesi vari, tipo roncole, motoseghe, scure, forbici, gomme per l'acqua qualora avessero potuto utilizzarne se in prossimità del coltivato e poi partivano per difendere il loro territorio creando i "controfuochi", ovvero disboscando in maniera che, giunto a quel punto, il fuoco non trovasse più da ardere... Oppure tagliavano frasche di ogni genere per sbattere sulle fiamme e spegnerle...
Quanta fatica, quanta solidarietà, eppure nessuna casa ha mai preso fuoco e il territorio non rimaneva contaminato da salsedini o polveri inquinanti varie.
Anche questo dimostra che l'uomo ha esagerato nel progredire ed è egli stesso vittima del suo squilibrio.

7 commenti:

Annarita ha detto...

Sono pienamente d'accordo con te, Pia.

L'uomo è un paradosso vivente: vittima del progresso da lui stesso innescato.
Che tristezza in tutto ciò!
Ciao. annarita

la signora in rosso ha detto...

sentire che l'Italia brucia fa male al cuore, eppure ogni anno ettari ed ettari di terreno si distruggono.. La solidarietà di un tempo non c'è più in tanti aspetti della vita sociale del nostro Paese... ora si aggiunge anche la propaganda politica a demotivare il cittadino alla solidarietà.... tempi brutti, mia cara, tempi brutti

Riccardo ha detto...

l'uomo è una specie di virus, un meccanismo impazzito che provoca la propria autodistruzione contaminando tutto ciò che ha intorno.

Tanto per tirare a cosa, ti lascio un'altra testimonianza di quello che dico e che dici:
http://riciardengo.blogspot.com/2009/09/se-ti-piace-la-frutta-mangiatela-tutta.html

Pellescura ha detto...

Ci stanno bruciando pure l'anima mi sa...

Alberto ha detto...

Guarda un po' QUI.

giarevel ha detto...

A Genova hanno messo le telecamere per sorvegliare chi parcheggia in divieto di sosta.
Non so, ma una civiltà che spende le proprie risorse per sorvegliare notte e giorno un quadrato 6X2 di grigio asfalto piuttosto che un ettaro di bosco non la considero tale, è un paradosso antropologico

pia ha detto...

@Giarevel ... direi proprio di sì.