mercoledì 31 marzo 2010
Il mio demone è un senza tetto
domenica 28 marzo 2010
Verso la fine
Non è la solita solfa del contadino insoddisfatto, ma una problematica reale che demoralizza anche psicologicamente, sottraendo energie e fiducia nella propria attività, visti anche la notevole fatica e lo stress.
Anche noi, come molte altre categorie, siamo nelle curve.
giovedì 25 marzo 2010
Una volta nella vita
Alla Scala non c'ero mai stata: ieri è stata la la prima volta e forse sarà anche l'unica.
C'era il Tannhauser, di Richard Wagner, un'opera che amo particolarmente e non mi sono lasciata sfuggire l'occasione.
Il Tannhauser è un'opera meravigliosa: mi piacciono le musiche, mi piace il contenuto e le emozioni si sono fatte sentire. Per ovviare la difficoltà visiva sul palcoscenico, ho ripiegato sulla lettura del testo in italiano utilizzando la piccola luce del telefonino: nel semibuio, ho assaporato la musica dell'orchestra diretta da Zubin Mehta e l'ottima interpretazione degli attori.
L'opera d'arte dell'avvenire è uno dei testi fondamentali in cui è espresso il suo pensiero.
lunedì 22 marzo 2010
Quando i bambini giocavano
del nonno Florindo nel 1965
Le "norme di sicurezza" non certo per la salute dei bambini, ma per evitare ogni sorta di responsabilità da parte delle autorità e delle ditte produttrici dei giochi, hanno costretto i volontari della Pro Loco che doneranno gli impianti a rinunciare all'installazione dell'altalena, uno dei passatempi per l'infanzia più belli, più poetici e più antichi.
Eh sì, ci sono i tubolari che sono pericolosi, la vicinanza dei fusti degli alberi che sono pericolosi, le recinzioni in prossimità che sono pericolose.
Era molto meno pericoloso, un tempo, lasciare sul banco di falegnameria un bambino appollaiato a scolpire un piccolo ceppo di legno con martello e scalpello, magari anche ben affilato, perchè se si faceva male (e non se ne faceva) la colpa era del nonno Florindo o dello zio Renzo...
Libertà vigilata anche sull'infanzia, per la sicurezza, si dice, ma in sostanza per lo scarica-barile di qualcuno: in realtà, poi, si muore anche sui giochi gonfiabili, quelli che sembrano un enorme materasso su cui ballonzolare.
Gli incidenti possono capitare, così è sempre stato, ma se penso all'infanzia libera e incontrollata che abbiamo vissuto nei paesi, ai muri altissimi di argine alle piazze, alle scorribande per sentieri, fasce e carugi e non è mai successo niente, salvo qualche sbucciatura di ginocchia, allora mi pare doveroso concludere che tutta questa "sicurezza" contribuirà a far crescere delle persone sempre meno in grado di affrontare le difficoltà e gli imprevisti che la vita riserva.
O no?
venerdì 19 marzo 2010
U levamàn
A Vallebona, in ogni stagione, quando il sole e l'ombra si incontrano dal casolare al centro della fotografia, significa che la giornata lavorativa in campagna è terminata. E' sempre stato l'orologio "naturale" e, come una meridiana, mantiene inalterata la sua funzione, salvo i giorni in cui il cielo è coperto di nubi.
Mi riporta a mio padre ed è così che lo ricordo nel giorno della sua festa.
mercoledì 17 marzo 2010
Farsi il pane
foto Marlor58
foto Marlor58
Trovo che tutto ciò sia toccante.
sabato 13 marzo 2010
Affinità... morfologiche
E' davvero sorprendente. Il vigneto e a fianco l'uliveto, tenuti esattamente come dalle nostre parti, con le fasce (terrazze) con muri a secco e scalette degne della nostra tradizione.
Sapevo che i Liguri e i Siculi discendono dallo stesso ceppo come popoli: forse è per questo che si possono riscontrare queste affinità morfologiche... Forse anche in altre regioni ci sono paesaggi simili, viste le simili caratteristiche dei territori, ma non mi era mai capitato di verificare una somiglianza così forte.
Ciò significa che anche i Siciliani sanno che cos'è la fatica, come noi.
giovedì 11 marzo 2010
Bieléti
La giornata è stata piena di lavoro, come sempre in questo periodo.
Alle 7.00 p.m. sono in magazzino, c'è ancora lavoro per un paio d'ore, suona il telefonino: è Aldo, mio compagno di infanzia e amico da sempre che mi chiama dal bar tarttoria "Al I° binario" a Bordighera da lui gestito e mi dice: "Pì, stasera ci sono i bieléti..."
"Vengo, cerco di sbrigarmi e arrivo". Ho chiamato Germana, nostra comune amica e con una velocità supersonica sono riuscita a portare a termine l'operato entro le 8.30. Poi sono saltata in macchina e via verso Bordighera!
Per chi non li conosce, i bieléti sono le budella dello stoccafisso, cucinate a stufato con patate, aglio e prezzemolo, vino bianco e pomodorini, più una punta di peperoncino. Un gusto pieno, perchè no: contadino, che mi ha riportato alla condivisione che certe pietanze riservavano a mio padre e me.
Gaby, la cuoca, ha superato se stessa: erano perfetti; pur essendo tedesca, riesce a centrare l'italianità di certi piatti in maniera esemplare.
Il bello è che Aldo, quando ha chiesto ad alcune rinomate cuoche di Vallebona in che modo cucinano i bieléti, si è sentito rispondere che... non li avevano mai fatti! Avevano beneficiato delle arti culinarie dei genitori, dei suoceri, ma a loro non era mai capitato di prepararli.
E questo la dice lunga sull'impeto che mi è preso di andarli a degustare!
mercoledì 10 marzo 2010
Contadini
fotoarchivio di Achille Pennellatore
Lei col cagnetto in braccio, lui con la vanga in spalla: vecchi contadini nel vero senso della parola, non imprenditori agricoli come oggigiorno, che fino a quando la salute glielo permetteva provvedevano a coltivarsi un pò di verdura per il fabbisogno, per l'autoconsumo.
Alle loro spalle Bussana vecchia, ovvero i resti di un paese che dopo il terremoto del 1887 fu completamente abbandonato e la ricostruzione si spostò più a valle rispetto a prima.
Mi fanno una tenerezza enorme...
martedì 9 marzo 2010
Piccolo è bello
(foto presa da facebook)
A volte è necessario scaricarsi di dosso la complessità dei fenomeni e riappropriarsi di un briciolo di bellezza, di cui la vita è prodiga, basta saperla e volerla cogliere.
domenica 7 marzo 2010
Con queste mani
Proviene quasi tutta dal Mercato dei fiori di Sanremo e mi sembrava un atto dovuto mostrarvi le mani di alcuni produttori.
Appassionati o meno a questo fiore, la frase conclusiva che ognuno esprime alla fine dei raccolti è: A t'amassa ( ti ammazza, cioè ti distrugge dalla fatica).
Non l'ho mai considerata la "festa", ma giustamente la "Giornata della donna" in cui ricordare il lungo percorso compiuto per la conquista dei diritti.
La mimosa ne è il suo simbolo da oltre sessant'anni, non certo la gardenia; non mi interessano i modi in cui molte donne la celebrano, ovvero se ne approfittano per uscire o per vedere lo spogliarello: coltivo il suo vero significato e coltivo pure la mimosa e se su quest'ultima ci speculano altri, è ben certo che non ci speculiamo noi produttori.
In tutte le cose c'è modo e modo di vederle, viverle e interpretarle: c'è chi va allo stadio per vedere la partita, c'è chi va per sfogare la propria violenza.
Ogni cosa dipende dall'intenzione con cui decidiamo di viverla.
giovedì 4 marzo 2010
Giuseppe Conte apre TeramoPoesia 2010
La poesia torna alla tradizione “orale” e ritrova la sua funzione sociale e rituale: trasformare il vissuto emotivo, l’amore, la gioia e anche l’infelicità, i lutti o la perdita in canto.
TeramoPoesia 2010, per la sua quarta edizione presenta nuove letture e interpretazioni poetiche affidate alla voce di poeti e attori.
I primi appuntamenti sono con tre fra i più conosciuti e apprezzati poeti contemporanei: Giuseppe Conte, Jolanda Insana e Patrizia Cavalli e si terranno nella Sala Consiliare della Banca Tercas. Seguiranno tre “mises en espace” sulla poesia con Elisabetta Pozzi e Giacinto Palmarini (Pozzi nel ruolo di Silvia Plath, Palmarini in quella del marito-poeta Ted Hughes, opera scritta da Daniela Attanasio, in prima nazionale), Licia Maglietta (in una sua nuova pièce, Ballata, interpreterà poesie di Wislawa Szymborska in prima nazionale) e Paolo Poli (nel suo spettacolo – lettura Ricordo di Sandro Penna).
Gli appuntamenti del 2010 si propongono di ampliare queste possibilità interpretative e di relazione invitando non soltanto i poeti a dare voce ai loro versi, ma anche gli attori a portare sulla scena la poesia di autori ai quali si sentono ispirati per “affinità elettive”. La manifestazione promossa e sostenuta dalla Fondazione Tercas di Teramo è a cura di Silvio Araclio e Daniela Attanasio e si svolgerà dal 4 marzo al 22 aprile 2010.
Per la stima che nutro per Giuseppe Conte, è con piacere che ho colto la notizia che sarà proprio lui ad aprire la rassegna TeramoPoesia 2010.