sabato 5 novembre 2011

La mia terra


Un tempo, quando si parlava della Liguria, si ricorreva ad aggettivi come impervia, mite, difficile, arida, avara, faticosa. Adesso c'è un solo termine che la qualifica: fragile. Questa fragilità era anche prima, vista la morfologia e i terreni calcarei, ma sicuramente l'uomo ha contribuito alla grande. Sono discorsi triti, lo so: speculazione edilizia, abbandono, floricoltura, politiche sbagliate, impermeabilizzazione dei terreni per costruire soprattutto strade. A ciò va aggiunto il cambiamento climatico, perché le piogge a cui assistiamo negli ultimi decenni non sono "normali". Il tutto dà per risultato disastri tremendi e vittime.
Ciò che mi sconsola è che porre rimedio a tutto ciò è abbastanza difficile, se non impossibile. A parole, si sa, si può tutto, ma nella realtà le cose stanno diversamente. Leggevo su Facebook che l'Acropolis di Nizza è costruita sul Paillon, che ogni anno viene debitamente dragato e ripulito, anche se, in certi casi di piena, nulla può l'uomo. Tant'è che in territorio francese, molto simile al nostro, hanno cementificato molto più che da noi, ma in quanto a disastri se ne sente parlare molto meno.
Anche in Liguria siamo italiani.


7 commenti:

Lara ha detto...

Cara Pia, siamo italiani e non c'è da felicitarsene, purtroppo.
E' sconvolgente quanto sta capitando in Liguria, una terra meravigliosa, arcana ma, come scrivi tu, ora anche "fragile".
Sono veramente desolata.
Un abbraccio,
Lara

Anonimo ha detto...

non si possono scongiurare gli eventi,ma bisogna fare prevenzione,limitare i danni e le perdite di vite umane.
purtroppo c'è la convinzione la prevenzione è un costo gli amministratori dei nostri territori devono essere consapevoli che questo è un loro preciso dovere,non servono i processi a posteriori,ci vuole un piano operativo annuale, per la regimazione delle acque, la pulizia dei torrenti,dei tombini,delle cunette,non solo nelle città ma su tutto il territorio non solo sulle strade provinciali ma su tutte le strade,purtroppo se si percorrono le strade che portano alle frazioni ci rendiamo conto del perchè si posso innescare le frane,una volta c'erano i cantonieri che se ne occupavano,oggi siamo davvero allo sbando.
il nostro territorio è bellissimo direi unico,facciamo qualcosa per salvaguardarlo.

cinema&libri ha detto...

Non costruire più che di volumi ce ne sono già troppi, recuperare alla natura quando si può e " tornare ad amare per davvero questa terra " come dice Carlo Petrini "contro i carnefici del territorio" ( la Repubblica, oggi )

Alberto ha detto...

Nell'articolo Petrini dice anche "Come ha dichiarato la ministro Prestigiacomo in commissione al Senato il miliardo di euro stanziato per mettere in sicurezza il territorio non è mai stato reso disponibile".

Lo avranno dirottato questo miliardo di euro per i progetti del ponte di Messina.

Anonimo ha detto...

ma a prescindere se i soldi ci sono o no ,siamo sicuri che ci sia qualcuno che possa controllare come vengono spesi???
c'è qualcuno che controlla come vengono eseguiti i lavori??
chi paga le conseguenze degli sprechi del denaro pubblico,cioè ,e' il nostro denaro !!!

Plasma Solitario ha detto...

Non posso far molto, se non manifestare la mia solidarietà nei confronti tuoi, dei tuoi conterranei e delle vostre zone ingiustamente colpiti da tragedie come queste. Sto facendo girare, anche sui social network, la pubblicità per l'invio degli sms che possano farvi avere dei soldi almeno per le cose essenziali e spero vivamente che vi riprenderete presto, ve lo auguro con tutto il cuore.

Mi scuso per l'intrusione.

pia ha detto...

@Plasma Solitario: Grazie per il gesto e per la presenza. Ci si aiuta sempre tra di noi perchè si sa che lo Stato mai come ora è inaffidabile. L'Aquila docet.