lunedì 21 novembre 2011

Le folate di Vento largo


"(...) Da noi sta morendo l'antica civiltà greca e fenicia dell'ulivo, e siamo in un interregno; non si sa quale civiltà verrà fuori dalla fine di quella dell'ulivo, cui poi è anche legata tutta la civiltà mediterranea: perché l'ulivo, visto in una certa luce, non sembra nemmeno un albero, ma un sogno d'albero, un'incarnazione di Minerva.
(...) Da noi l'ora che viaggia sola coi suoi diamanti estremi è l'ora in cui la luce si forma, in cui la luce discende. E' l'ora del sommovimento della vita, del ricorso alla nostalgia, non attraverso una memoria estetica, ma attraverso una memoria etica: quella che può servire per nutrire la vita, per orientarsi nel presente nel cercare delle radici antiche, per affrontare la nuova avventure della vita. Insomma, mettere in scena un uomo che sappia di antico e di nuovo, ciò che un uomo solo può delle due cose sapere.
In Liguria la letteratura è sempre stata metafisica: cioè il paesaggio è sempre servito come nucleo di una forte meditazione etico-morale, che a volte diventa metafisica, a volte resta puramente etica, procedimento analogo a quello della letteratura provenzale.
(...) Che cosa si può fare, adesso, se non un romanzo che gioca tutto se stesso in quegli spazi che si aprono, in quei crepacci dell'animo umano in cui si intravvede un mondo perduto e nello stesso tempo un mondo che nasce; se non mettere in scena questa lacerazione, questo passaggio, in quest'ora che sta tra la luce e la tenebra, la calma e il vento, insomma; se non affidarsi ad una percezione quanto mai difficile e sospesa, come difficile e sospesa la condizione umana.
(...) Date le premesse, le assunzioni di visione del mondo, il destino umano non poteva compiersi in una vicenda concreta, perché la vicenda vera dell'uomo è quella che si trasogna, quella che si smarrisce, che entra nei cammini che non portano da nessuna parte se non nelle pulsioni stesse del cuore."

Trascrizione dell'intervento di Biamonti alla Presentazione autori e opere finalisti, Premio Nazionale dei Giovani "Costantino Pavan" di San Donà di Piave (Ve) 14 novembre 1992

Francesco Biamonti, Scritti e parlati, Einaudi editore spa, Torino 2008, pag 78 e segg.


2 commenti:

marco de carolis ha detto...

Eh...Francesco...me lo ricordo...

cinema&libri ha detto...

Molto bella la foto. Biamonti è scrittore ( e qui anche 'pensatore' ) della migliore tradizione ligure ( montaliana, per intenderci ).