giovedì 15 gennaio 2009

Fatica e comodità

Osservando il comportamento umano nelle sue più svariate manifestazioni, si nota e si sa che l'uomo si è molto adoperato per eliminare il più possibile la fatica fisica dalla sua esistenza ottenendo un mare di comodità impensabili fino a mezzo secolo fa.
La fatica fisica "prosciugava" l'energia delle persone che non potevano per così dire "perdersi" in tante belinate (bazzeccole).
La comodità del giorno d'oggi, invece, lascia molto più spazio alla mente per vagare e questo è un enorme vantaggio, ma anche un rischio, perchè si può di perdere di vista ciò che veramente conta, soprattutto l'essere presenti a ciò che si fa o a ciò che si è.
De André si riferisce alle prostitute quando dice: "...quando ci voleva, per fare il mestiere, anche un pò di vocazione...", ma come tutte le frasi azzeccate il significato si può estendere in tutte le direzioni.
Eh sì, se ci fosse un pò più di passione o di vocazione nell'assolvere ognuno le proprie mansioni non saremmo ridotti, col progresso ormai raggiunto nel nuovo millennio, a tanta incuria e a tanta incapacità attorno a noi.
E questa grande ricchezza di cui disponiamo, ovvero la facoltà di spaziare con la mente, spesso e volentieri si risolve in una mega distrazione, da cui non se ne trae nulla di buono.
Consapevolezza, grazia, dedizione dove siete andate a finire?



2 commenti:

Alberto ha detto...

In giro c'è ancora gente che lavora con professionalità e passione, ma sempre meno. I motivi sono molteplici. Faccio solo un esempio.

Potrà mai lavorare con coscienza un medico che ha scelto quella professione non perché lo appassionava guarire i malati ma solo perché vi vedeva una bella fonte di guadagno?

OT
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gaz ha detto...

La passione è l'unica molla, solo per passione, amore , dedizione (come dici tu) si accettano anche le fatiche. Lavorare la terra, per esempio, è un lavoro duro ma chi lo fa non può che amarlo.
Ciao