Claude Monet - Bordighera
Oggigiorno attorno ad una nuova abitazione è consuetudine creare un giardino.
E' un ambiente sicuramente gradevole alla vita degli individui: piante, forno a legna, barbecue, comodi arredi e tanto tappeto di erbetta all'inglese.
La "globalizzazione" dei finti giardini contribuisce a neutralizzare la biodiversità: in questo modo diventano dei "non-luoghi", esattamente come gli autogrill, che sono tutti uguali in qualsiasi posto essi si trovino.
Questa riflessione mi sorge ogni qualvolta passo per le stradine e le case (o ville) comprese in quella fascia che sta tra la via Aurelia e la via Romana a Bordighera: ecco, lì ci sono ancora dei veri giardini, con piante tipiche del luogo, come mandarini, limoni, aranci, rose, gelsomini, glicini, palme, filodendri ecc, in quelle aiuole spesso ottenute mettendo dei coppi di costa e incastrati tra di loro.
Un gazebo con un tavolo e qualche sedia solitamente in ferro lavorato completano l'opera.
Spesso rimane anche qualche piccolo angolo da destinarsi ad orto, per poche piante di pomodoro, basilico, peperoni, melanzane d'estate e finocchi, cavoli, insalata e quant'altro d'inverno.
Ecco, quei veri giardini sono pieni di poesia...
10 commenti:
hai ragione.... anche nei fiori c'è una moda. Nel giardino di mia madre ci sono ancora fiori che non si vedono quasi più in giro come le zinie, i glaioli, le dalie..
un abr
zinnie e gladioli naturalmente
avessi un giardino ...
L'argomento che tratti è interessante, anche dal punto di vista socio-antropologico. La massificazione, la standardizzazione e non solo... occorre dire soprattutto che, accanto a questa globalizzazione, c'è anche quella del pessimo gusto. Gli stessi gazebo di pessima plastica, come le sedie e i tavoli in puro moplen ci dànno la misura dei gusti italici che stanno peggiorando. Complice di questo, l'aspetto economico: ormai gli italiani guardano di più al portafogli che al buon gusto, se poi ne hanno ancora uno. C'è da farne un post. Lo faccio qui. Guarda ad esempio gli infissi di alluminio anodizzato, tutti uguali e che non c'entrano niente con le antiche abitazioni dei tuoi cari 'carrugi'. E ancora: osserva bene il ripostiglio degli idranti (ad esempio nelle stazioni, negli ospedali, nelle scuole... quei ripostigli che sono finestrelle con l'idrante avvolto dentro. Ebbene, hai visto il loro logo? C'è scritto 'safe crash'. Fai attenzione a COME è scritto quel 'safe crash': è una scritta davvero squallida, uno stile 'anni 80' che si vede lontano un miglio che è stata disegnata da un ragazzino in quegli anni. E' diventato un marchio nazionale! guarda qui
Alla faccia del buon gusto e dell'immagine dell'Italia (che si vede anche nelle piccole cose).
Ancora? Prova a farti un giro in internet e vai a vedere gli striscioni degli scioperi negli anni '60/'70 e confrontiamoli con quelli di adesso, approssimativi, alcuni non si leggono neanche, mediocri nello stile (rozzo).
I cambiameti di una società si misurano anche da queste cose e, da come si evince, siamo in pieno regresso culturale!
Ciao e scusa la lunghezza
Avvalorando il commento di coscienza critica, mi godo, naturalmente in primavera ed estate, i miei trentametritrenta di giardino privato su di una palazzina condominiale di otto appartamenti, di un quartiere popolare mestrino, nel senso di mestre-venezia.
Il che è tutto dire…
Ciao e grazie
Concordo pienamente, il mio piccolo giardino lo sento vivo, nella sua confusione me lo godo tutti i giorni....molti di quelli che descrivi tu, e anche quelli belli di Bordighera sono finti, sono solo apparenza, io non ci ho mai visto nessuno sotto a quei gazebo!
Ciao Pia.
gturs
...almeno è salvo il fascino, anche se i gazebo sono poco frequentati...
un invito a vedere il mio giardino: ora è un po' spoglio, ma fra poco inizieranno i vari periodi: giallo, bianco, rosso...
Ti aspetto.
@gian paolo
Verrò.
Quello che più non sopporto sono i prati all'inglese. Ce ne sono in giro in queste ville di neoricchi. L'erba sembra finta, quasi di plastica. Il nostro amico comune che ha l'agriturismo si è fatto arrivare dai dintorni di Parigi le zolle di terra con quest'erba. Non ti dico i miei commenti.
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