La giornata è stata piena di lavoro, come sempre in questo periodo.
Alle 7.00 p.m. sono in magazzino, c'è ancora lavoro per un paio d'ore, suona il telefonino: è Aldo, mio compagno di infanzia e amico da sempre che mi chiama dal bar tarttoria "Al I° binario" a Bordighera da lui gestito e mi dice: "Pì, stasera ci sono i bieléti..."
"Vengo, cerco di sbrigarmi e arrivo". Ho chiamato Germana, nostra comune amica e con una velocità supersonica sono riuscita a portare a termine l'operato entro le 8.30. Poi sono saltata in macchina e via verso Bordighera!
Un appuntamento immancabile, dato che erano tantissimi anni che non li mangiavo... e poi così, all'improvviso, last minute, Germana, Aldo ed io e la tavolata dei tassisti di Bordighera.
Per chi non li conosce, i bieléti sono le budella dello stoccafisso, cucinate a stufato con patate, aglio e prezzemolo, vino bianco e pomodorini, più una punta di peperoncino. Un gusto pieno, perchè no: contadino, che mi ha riportato alla condivisione che certe pietanze riservavano a mio padre e me.
Gaby, la cuoca, ha superato se stessa: erano perfetti; pur essendo tedesca, riesce a centrare l'italianità di certi piatti in maniera esemplare.
Il bello è che Aldo, quando ha chiesto ad alcune rinomate cuoche di Vallebona in che modo cucinano i bieléti, si è sentito rispondere che... non li avevano mai fatti! Avevano beneficiato delle arti culinarie dei genitori, dei suoceri, ma a loro non era mai capitato di prepararli.
E questo la dice lunga sull'impeto che mi è preso di andarli a degustare!
Per chi non li conosce, i bieléti sono le budella dello stoccafisso, cucinate a stufato con patate, aglio e prezzemolo, vino bianco e pomodorini, più una punta di peperoncino. Un gusto pieno, perchè no: contadino, che mi ha riportato alla condivisione che certe pietanze riservavano a mio padre e me.
Gaby, la cuoca, ha superato se stessa: erano perfetti; pur essendo tedesca, riesce a centrare l'italianità di certi piatti in maniera esemplare.
Il bello è che Aldo, quando ha chiesto ad alcune rinomate cuoche di Vallebona in che modo cucinano i bieléti, si è sentito rispondere che... non li avevano mai fatti! Avevano beneficiato delle arti culinarie dei genitori, dei suoceri, ma a loro non era mai capitato di prepararli.
E questo la dice lunga sull'impeto che mi è preso di andarli a degustare!
8 commenti:
sono decenni che non li mangio. una volta era un piatto povero che spesso era sulle nostre tavole, ora è una piatto raro. forse è raro anche trovare i bieleti, in vendita, non li vedo mai...
sembra un piatto appetitoso ....
@raggio li trovi a Nervia, da Scotto, in quella splendida pescheria.
@signorainrosso sì, è gustosissimo!
oh porca vile.....
mangiare i bieleti senza pensare a badalucco ed ai suoi.....
oh porca vile che ero libero
e che in queste occasioni se non sono libero mi libero.
ma sia.
complimenti per il gusto e sicuramente per la serata tra amici che vi invidio e che voi potete innaffiare con un vino fantastico che non riusciamo a copiarvi
garabondo ...beh, se è così, mandami un recapito telefonico via mail, almeno la prossima volta tento il contatto!
E' una vita che non li mangio, e adesso devono costare parecchio. Mi ricordo, proprio per il loro costo, che li cucinavano assieme allo stoccafisso. Buonissimi.
Cercavo qualcosa sui bieleti che non mangio da più di cinquantanni e la prima traccia che ho trovato è questa. Approfitto per salutarti. E se li fanno di nuovo chiama anche me !!!!!
Arturo.
Sessantotto: Incredibile... Ieri sera ero alla cena con i compagni di scuola e abbiamo parlato dei bieléti... a qualcuno ho dovuto "spiegarli"... ma ne abbiamo parlato proprio ieri sera... ciò per me ha dell'incredibile, o allora è vero che siamo veramente tutti "collegati"...
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