Una delle targhe alla Resistenza a San Bernardo di Conio (Im)
"Da questa pagina di storia, voluta dalla gente e non dal potere, sono state educate intere generazioni all’antifascismo. Era naturale ricevere quel messaggio, era scontato difendersi da quei principi, anzi si cresceva pensando che fosse un capitolo chiuso, che nessuno potesse più pensare o agire in quel modo. Il fascismo era stato annientato, la lotta partigiana aveva liberato l’Italia dal male e le divergenze politiche riguardavano solo le sinistre e la Democrazia cristiana. Quanto abbiamo fatto male i conti! Nell’arco di cinquant’anni si sono avvicendate le ideologie tra nascite, rinascite e dissoluzioni in una complessità che soltanto il senno di poi ci permetterà di capirne i perché con maggior chiarezza. Una cosa tuttavia mi appare chiara nell’immediato: terreno fertile al rinascere del fascismo è la caduta dei valori, dell’etica, che si crea per un insieme di meccanismi socio-politico-economici e che espropria l’uomo sia di credo che di forze, perché rinascono le destre quando l’uomo è annichilito.
Ed io, nata alla fine degli anni Cinquanta, ho un pensiero di tutto rispetto per coloro che hanno combattuto in prima persona per quella causa e mi sento anche responsabile di non aver saputo difendere il loro operato. Mi perdonino e sappiano che ne ho consapevolezza."
Riflessione scritta da me mentre raccoglievo la memoria di Mario Genari sulla Resistenza.
M. Genari, M. Pia Viale, Le radici di un percorso. L'associazionismo agricolo nella provincia di Imperia, Genova, Edizioni AMES e CIA, 2010, pag. 41
"Restiamo umani"
Ciao Vittorio
3 commenti:
Hai ragione, cara Pia.
Non siamo riusciti a mantenere alta la voce di tutti coloro che hanno dato la vita per combattere un fascismo che ci è ripiombato addosso.
Grazie!
Lara
“Quando io considero questo misterioso e miracoloso moto di popolo, questo volontario accorrere di gente umile, fino a quel giorno inerme e pacifica, che in una improvvisa illuminazione sentì che era giunto il momento di darsi alla macchia, di prendere il fucile, di ritrovarsi in montagna per combattere contro il terrore, mi vien fatto di pensare a certi inesplicabili ritmi della vita cosmica, ai segreti comandi celesti che regolano i fenomeni collettivi, come le gemme degli alberi che spuntano lo stesso giorno, come certe piante subacquee che in tutti i laghi di una regione alpina affiorano nello stesso giorno alla superficie per guardare il cielo primaverile, come le rondini di un continente che lo stesso giorno s’accorgono che è giunta l’ora di mettersi in viaggio. Era giunta l’ora di resistere; era giunta l’ora di essere uomini: di morire da uomini per vivere da uomini.”
Piero Calamandrei
e grazie ai partigiani e alla Costituzione, nata dalla Resistenza, oggi si blatera sull'opportunità di festeggiare il 25 Aprile.
Sia sempre 25 Aprile!
@Skip Non c'è scritto di Calamandrei che non sia profondamente centrato. Grande.
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