sabato 7 febbraio 2009

L'evoluzione del pensiero

Franco Battiato, già negli anni Settanta, in una sua canzone diceva che "l'evoluzione sociale non serve al popolo se non è preceduta da un evoluzione di pensiero."
Considerando il termine "popolo" in senso lato, ossia comprensivo di tutti gli individui, direi che c'è molta attinenza tra quell'affermazione e lo stato delle cose.
La questione, poi, assume una certa gravità quando proprio coloro che detengono i vari poteri ne sono un'indiscussa testimonianza: stiamo vivendo situazioni che ci fanno pensare a ciò che è accaduto tragicamente nella storia più recente e anche retrocedendo ulteriormente le cose non cambiano.
E' fuori discussione il fatto che la modernità, dotata di tutte le sue conquiste, sia da approvare , ma che la concezione del modo di pensare sia così retrogada è davvero inquietante.
Credo che questa consapevolezza sia causa di disagio per coloro che la detengono, perchè avvertono un'impotenza nel farla valere e vivono la preoccupazione di dove l'ignoranza possa portare.
Ci siamo dentro fino al collo, non vi pare?


3 commenti:

Unknown ha detto...

In senso "lato", quindi strettamente politico il popolo non è comprensivo di tutti gli individui, ma lo è la "popolazione" che sì, li contiene tutti. Il concetto di "popolo" è molto più ristretto, invece, è comprende, operai, casalinghe, studenti, donne e tutte quelle tipologie umane tra le più deboli. La popolazione in quanto comprensiva anche di chi detiene i POTERI, non prende coscienza di una oppressione; ne è sensibile il popolo che è consapevole come soggetto debole di questo processo sociale negativo o contrario: quindi non tutti hanno in mente di cambiare le cose del mondo; soltanto gli oppressi o chi non è soddisfatto spesso della gestione sociale, per esempio, della cosa pubblica, o di un problema più personale, ha il dovere di tentare di cambiare le cose che gli rendono l'esistenza aspra e difficile. E immerso fino e oltre il collo vi è soltanto il popolo.

coscienza critica ha detto...

Questo post potrebbe allacciarsi a qualche altro tuo, precedente (ricordo quello in cui si parlava di decadimento dello stile e io rispondevo scrivendo quasi un post). La realtà è proprio quella che descrivi tu e, in sostanza, non ci può essere progresso tecnologico e scientifico, senza un progresso culturale e di pensiero alla base. Ed è sbagliato pensare che la tecnica e la scienza aiutino la crescita culturale e individuale. Anzi, è il contrario, come diceva Marx e, prima di lui, William Morris.

Nessuno ha detto...

Battiato insisteva molto - come tanti altri- sulla differenza tra progresso e sviluppo.
Entrambi considerati - a torto - facce della medesima medaglia. Invece, sono asimmetrici.