Dopo due anni di pandemia e di limitazioni, quest’anno siamo di nuovo qui riuniti per celebrare il 77° anniversario dalla fine della Seconda Guerra Mondiale, la Festa della Liberazione.
Liberazione
dal nazifascismo, grazie all’intervento delle truppe alleate e dei Partigiani
che aderirono alla «Resistenza», termine con cui si fa riferimento alle
molteplici azioni di lotta, di guerriglia, di sabotaggio e di opposizione che
furono condotte per lo più da ampie frange delle popolazioni civili, nei Paesi
occupati dalla Germania nazista e dall’Italia fascista.
Diretta
contro un unico avversario, il nemico nazifascista, la Resistenza fu un
fenomeno di dimensioni europee. Nella gran parte dei casi, inoltre, data
l’esistenza di governi collaborazionisti o comunque orientati in senso
filofascista, essa assunse spesso un duplice carattere di lotta di liberazione
nazionale e di vera e propria guerra civile. Protagoniste della Resistenza
furono le formazioni partigiane, cui aderirono uomini di ogni estrazione
sociale. Tali formazioni agirono con tecniche di guerriglia tanto nelle città
quanto nelle campagne e in montagna.
Molteplici
forze politiche sostennero le attività resistenziali. Tra le più attive e
organizzate ci furono quelle comuniste e socialiste, ma accanto a esse, agirono
altre forze politiche più moderate che auspicavano un ritorno agli assetti
prebellici o comunque facevano riferimento a Gran Bretagna e Stati Uniti. La
Resistenza assunse dimensioni rilevanti soprattutto in Yugoslavia, in Grecia,
in Polonia, nelle zone occupate dell’Unione Sovietica, in Francia e in
Italia.
Fu
invece pressoché assente e comunque drasticamente stroncata nella stessa
Germania. I resistenti interagirono con diversa efficacia e talora con
significative tensioni con gli eserciti alleati.
Tra
le forze di occupazione e quelle collaborazioniste da un lato, e coloro che
parteciparono attivamente alla Resistenza dall’altro, si collocò nei diversi
Paesi europei l’ampia «zona grigia» di coloro che praticarono il cosiddetto
«attendismo», un atteggiamento di sostanziale passività in attesa del corso
degli eventi.
In
generale le forze nazifasciste risposero alla Resistenza con spietata crudeltà,
compiendo stragi e rappresaglie efferate, non soltanto contro gli stessi
resistenti, ma anche contro persone per lo più inermi.
Valore
imprescindibile della Resistenza è quello di serrare i ranghi di un popolo
diviso, facendo nascere uno spirito patrio di alta intensità, votato alla
mobilitazione generale di un popolo in armi, disposto al sacrificio.
Dopo
la fine della Seconda Guerra Mondiale, ciò che realmente vollero i Partigiani è
magistralmente indicato nell’articolo 11 della Costituzione italiana: “L’Italia
ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e
come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in
condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità
necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le
Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale
scopo”.
E’
grazie alla Resistenza che sono nate la Libertà, la Democrazia, la Pace.
W
il 25 aprile, W la Resistenza.