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giovedì 25 dicembre 2014

Buone Feste


Auguri a tutti di Buon Natale 

e Buon Anno Nuovo


giovedì 20 novembre 2014

Il Vito day


Quando un evento si ripete costantemente nel tempo e lo si avvalora sempre più sorge spontaneo dargli un nome e così è nato il "Vito day".

 Vito Taggiasco

Nei paesi si nasce e si cresce promiscui: ci si sente come una grande famiglia. 
La mia generazione, quella degli anni Cinquanta, vide un considerevole uso del forcipe per aiutare le donne nel parto, strumento nato nel 1572 e che è sempre stato oggetto di forti dibattiti. Vito, più di altri che subirono soltanto ferite superficiali, rimase leso in maniera assai grave, riportando problemi di deambulazione, rallentamento e trattenimento della parola, senza che tuttavia gli fossero negate una lucida intelligenza e una buona dose di saggezza.

 Graziella, Pino, Aldo e Vito: la classe del 1956

La pluriclasse era un sistema scolare che rafforzava l'unione tra i bambini: Vito era inserito insieme a noi e lo aiutavamo in tutti i modi possibili, un ruolo che oggi si chiama "sostegno" e che allora non era previsto. Chi finiva per primo di fare le operazioni o i pensierini, sapeva che poteva andarsi a sedere vicino a Vito e aiutarlo.

Marcello, Giorgio, Aldo, Oscar, Jose (il bimbo), Vito, Pino e Nino

Da molti anni, il 19 novembre festeggiamo insieme il suo compleanno: cascasse il mondo, non ce ne importa nulla, per noi è il Vito day. Una cena che ci riunisce in qualità dei più stretti amici d'infanzia, cresciuti nella consapevolezza dei suoi problemi e volendogli naturalmente tanto bene.

Pia e Vito 

Gli piace cantare: durante le cene del Vito day si canta sempre, anche tra una portata e l'altra. La serata è sempre all'insegna dell'allegria e dello stare bene e puntualmente si centra il bersaglio.
Le foto sono del 2012 e riflettono l'atmosfera che si respira ogni anno:

 Aldo, Oscar e Vito

 Vito, Oscar e Nino

 Aldo, Graziella e Vito

La tavolata conta sempre un minimo di 15 persone. Si alternano anche personaggi più giovani o meno giovani, tanto è sicuro che è sempre uno stare insieme speciale. 

 Il regalo dell'anno scorso: il libro su Antonio Rubino

Con buona pace della sottoscritta, che solitamente è incaricata dagli altri di provvedere al regalo, lo scorso anno gli abbiamo regalato il libro che Marco Cassini ha scritto su Antonio Rubino. La maggior parte dei convenuti non sapeva o non ricordava l'autore del Signor Bonaventura, ma Vito invece ne era ben consapevole: suo padre è di Baiardo, paese di origine di Rubino e ne conosce tutta la storia!
La sua condizione, che spesso dimentichiamo durante gli altri giorni dell'anno, ci riporta in questa occasione ad una dimensione dell'umano su cui riflettere. Puntualmente constatiamo che Vito è pulito, non è contaminato come noi. Non si fa trovare impreparato su nessun argomento e le sue risposte hanno quel fondo di verità che diventa una rivelazione anche per noi. 
Il Vito day, oltre che la sua, è anche la nostra festa, perché quello che riceviamo dalla qualità di questo nostro stare assieme è tantissimo. 
Vito c'è.

domenica 19 maggio 2013

Solo a Ceriana

Ceriana (Imperia)
...con cornice di ruvéi.

Per arrivare a Ceriana ci si inoltra in un entroterra che poco per volta sembra inghiottirti nel verde e nel nulla, fin tanto che, dopo una curva, eccola apparire maestosa: il fascino dei paesi liguri si rinnova ogni volta che si presentano alla vista, anche per coloro che ci vivono da sempre.
Avevo tre buoni motivi per andare a Ceriana, oggi: partecipare al mercatino, ritrovare quella gelateria che ancora pochi anni fa aveva il banco con i "coperchi" e rivedere una persona speciale, conosciuta circa trent'anni fa e mai più rivista e, al contempo, mai più dimenticata: Andreina.


Il mercatino è durato poco a causa della pioggia, ma per fortuna avevo altre cose da rincorrere, per cui non mi sono persa d'animo: così mi dirigo fiduciosa verso la Gelateria Pelegrin che, dopo 45 anni di attività, è sempre lì, al suo posto con i proprietari che l'hanno fondata: la famiglia Crespi.


Solo a Ceriana è ancora possibile trovare un banco gelati con i "coperchi", quelli che vengono spostati da un buco all'altro ogni qualvolta viene fatto un gelato. Suppongo che questi contenitori siano i primi ad essere stati inventati e sono anche quelli che correntemente vedevo durante la mia infanzia e che, oggigiorno, sono stati superati dalle copiose vaschette che spiccano dalle vetrine dei banchi delle gelaterie. Risvegliano in me piacevoli ricordi e trovo che conservino meglio oltre che a proteggere da ogni impurità.


Pelegrin da bambino

La vita di Pelegrin ha ruotato per intero attorno al mondo del gelato: non c'era tempo per ricostruire la sua storia, oggi era festa e c'era sempre gente da servire, ma lo si percepiva da ogni particolare e soprattutto dalla bontà del gelato che mi è stato gentilmente offerto...

Pelegrin col nipotino Mattia

I mondi si susseguono: il nonno ha vicino a sé il nipote, che è un bambino vicino al banco dei gelati così come Pelegrin nella foto sopra era vicino al carretto dei gelati.


Antonia e Giuliana

Non possono di certo mancare le instancabili donne di famiglia: 
Antonia e la sorella Giuliana.


Antonia prepara abilmente un cremoso gelato...


...e poi posa col marito mostrando il calendario che ho loro donato, in cui sono riportate le fotografie di alcune donne di Ceriana che partecipavano alla raccolta del fior d'arancio amaro a Vallebona negli anni Cinquanta. 


Infine saluto la famiglia Crespi scattando una foto che raffigura tre generazioni e mi dirigo laddove so di poter incontrare Andreina...

Andreina accorda la chitarra

Solo a Ceriana cantare in compagnia è nel dna della gente. Quella bellissima abitudine di cantare che vigeva un tempo in tutti i paesi nei giorni di festa è andata praticamente perduta, ma a Ceriana vige ancora, per fortuna. E con una chitarrista come Andreina è veramente un piacere...


E' incredibile: si comincia in tre o quattro e poi il gruppo si allarga, quasi come per contagio. Giovani, giovanissimi erano partecipi come non mi capitava di vedere da tantissimo tempo: e le sanno tutte, sia le canzoni più recenti, sia quelle più datate, tanto che, a volte, smettevo di cantare per "sentirmi dentro alle loro voci"...


Che belli, con la mano sull'orecchio per non stonare...


...e che bella Andreina, sempre col sorriso 
e la voce che sa andare dove vuole...


Mi hanno veramente regalato alcune ore indimenticabili, ho ritrovato con loro un tempo decisamente perduto: giovani, meno giovani, donne, uomini... a Ceriana non esiste differenza quando si tratta di cantare!


Quel bisogno di unione con gli altri, quel momento di confronto con cui ci si misura a fronte di una vita troppo spesso oppressa dal lavoro, dallo stress, dalle preoccupazioni, dalla chiusura, quel bisogno di libertà e bellezza cui osa agognare l'animo umano... ecco tutto questo a volte può essere ottenuto semplicemente intonando una canzone in compagnia.
Avevo le idee chiare, oggi, quando sono partita, sapevo che quello che cercavo potevo trovarlo solo a Ceriana, e così è stato. 
Grazie Andreina, grazie Ceriana!


venerdì 23 dicembre 2011

Auguri

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Buone feste amici del blog!

Ringrazio Carla Belotti per avermi fornito l'immagine.



venerdì 19 marzo 2010

U levamàn


Non so se in altri luoghi esiste un punto di riferimento per indicare che è giunta l'ora di smettere di lavorare, il cosiddetto u levamàn.
A Vallebona, in ogni stagione, quando il sole e l'ombra si incontrano dal casolare al centro della fotografia, significa che la giornata lavorativa in campagna è terminata. E' sempre stato l'orologio "naturale" e, come una meridiana, mantiene inalterata la sua funzione, salvo i giorni in cui il cielo è coperto di nubi.
Mi riporta a mio padre ed è così che lo ricordo nel giorno della sua festa.

giovedì 14 maggio 2009

Sant'Ampelio

SANT'AMPELIO

Passo in mezzo
ed esco incolume
dalla folla festosa.

Mi sento immune
da qualsiasi emozione
e poi
nel deserto della strada
mi inebria il profumo
del fior d'arancio
che riempie l'aria.

Uno spicchio di luna
mi guarda,
un alone di luce
lo avvolge...

Ogni percezione
mi conduce
nitidamente
a te
e ringrazio
la vita
per questo
ennesimo
regalo.

Pia - 14 maggio 2004


E' il patrono di Bordighera, stasera ci sono i "fuochi": da sempre questa festa rappresenta l'ouverture della stagione estiva...
Per saperne di più vai qui.


mercoledì 7 gennaio 2009

Il rogo chiude le feste

E anche quest’anno, nonostante la pioggia, Vallebona ha “consumato” il rito della Befana bruciata nel fuoco, costruita dai ragazzi del paese.
L’allegoria era indovinatissima: appoggiata su un pannello che rilevava un grafico degli andamenti finanziari, c’era scritto: «Borsa e Vallebona tutti a bagno!»
Lo spettacolo era accompagnato dalle ovazioni dei presenti, alternate dall’esplosione di petardi e piccoli spettacoli pirotecnici.
Eh, sì, la pioggia ha notevolmente ridotto le presenze rispetto agli anni scorsi, mancava soprattutto la Nocino Band formata dagli ottoni di Perinaldo, Vallebona e Borghetto San Nicolò, personaggi amici del nostro bravo musicista Martino Biancheri.
Su wikipedia si dice che rifiutando di accompagnare i Re Magi alla presentazione del Bambino Divino, pentitasi in un secondo tempo, una donna iniziò a peregrinare per le case per trovare Gesù, donando dolciumi ai bimbi buoni e carbone a quelli meno buoni.
Nell'immaginario è brutta ma buona, al contrario delle streghe.
Sentirsi chiamare befane ha sempre dato fastidio, ma in realtà è un appellativo da accettare. Non tutti credono a tutto, c'è chi ha bisogno di fare "l'esperienza" a suo rischio e pericolo per conoscere e trovare.
In fondo la donna che non ha voluto accompagnare i Re Magi ha fatto la sua scelta, l'ha pagata cara, ma ha pure espresso il suo bisogno di... libertà.
Ed è per questo motivo che la befana mi piace.
E a voi?
(Se mi arriva la foto scattata da un’amica la pubblico. Io ero senza macchina fotografica…)