martedì 26 aprile 2022

25 APRILE 2022

 


Dopo due anni di pandemia e di limitazioni, quest’anno siamo di nuovo qui riuniti per celebrare il 77° anniversario dalla fine della Seconda Guerra Mondiale, la Festa della Liberazione.

Liberazione dal nazifascismo, grazie all’intervento delle truppe alleate e dei Partigiani che aderirono alla «Resistenza», termine con cui si fa riferimento alle molteplici azioni di lotta, di guerriglia, di sabotaggio e di opposizione che furono condotte per lo più da ampie frange delle popolazioni civili, nei Paesi occupati dalla Germania nazista e dall’Italia fascista.

Diretta contro un unico avversario, il nemico nazifascista, la Resistenza fu un fenomeno di dimensioni europee. Nella gran parte dei casi, inoltre, data l’esistenza di governi collaborazionisti o comunque orientati in senso filofascista, essa assunse spesso un duplice carattere di lotta di liberazione nazionale e di vera e propria guerra civile. Protagoniste della Resistenza furono le formazioni partigiane, cui aderirono uomini di ogni estrazione sociale. Tali formazioni agirono con tecniche di guerriglia tanto nelle città quanto nelle campagne e in montagna. 

Molteplici forze politiche sostennero le attività resistenziali. Tra le più attive e organizzate ci furono quelle comuniste e socialiste, ma accanto a esse, agirono altre forze politiche più moderate che auspicavano un ritorno agli assetti prebellici o comunque facevano riferimento a Gran Bretagna e Stati Uniti. La Resistenza assunse dimensioni rilevanti soprattutto in Yugoslavia, in Grecia, in Polonia, nelle zone occupate dell’Unione Sovietica, in Francia e in Italia. 

Fu invece pressoché assente e comunque drasticamente stroncata nella stessa Germania. I resistenti interagirono con diversa efficacia e talora con significative tensioni con gli eserciti alleati.

Tra le forze di occupazione e quelle collaborazioniste da un lato, e coloro che parteciparono attivamente alla Resistenza dall’altro, si collocò nei diversi Paesi europei l’ampia «zona grigia» di coloro che praticarono il cosiddetto «attendismo», un atteggiamento di sostanziale passività in attesa del corso degli eventi. 

In generale le forze nazifasciste risposero alla Resistenza con spietata crudeltà, compiendo stragi e rappresaglie efferate, non soltanto contro gli stessi resistenti, ma anche contro persone per lo più inermi. 

Valore imprescindibile della Resistenza è quello di serrare i ranghi di un popolo diviso, facendo nascere uno spirito patrio di alta intensità, votato alla mobilitazione generale di un popolo in armi, disposto al sacrificio.

Dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, ciò che realmente vollero i Partigiani è magistralmente indicato nell’articolo 11 della Costituzione italiana: “L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo”.

E’ grazie alla Resistenza che sono nate la Libertà, la Democrazia, la Pace.

W il 25 aprile, W la Resistenza.

 


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