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lunedì 7 maggio 2012

La frangetta di Babilù

Angolo della Fonte Mariantonietta

I lettori di questo blog conoscono Babilù, il salice piangente che abbellisce, oltre al mio uliveto, anche tutta la zona circostante. Ogni anno le sue fronde arrivano ad invadere la strada interpoderale e puntualmente necessita di manutenzione: essendo pendulo, l'operazione consiste nel tagliargli la "frangetta".
Anche se ieri il cielo era ottenebrato da una fitta nebbia, stamane la luce del sole era dirompente e scattare le foto era un'impresa: in questa immagine si può tuttavia vedere il rivolo d'acqua della fontana, dopo averne ripristinato il corso e averla ripulita da ogni sterpaglia accumulatasi durante l'inverno.

Fonte Mariantonietta

La casualità a volte crea coincidenze particolari. Alcuni anni fa mi regalarono questa pietra su cui è inciso il simbolo del genio civile e la scritta Fonte Mariantonietta. Il toponimo della campagna è Sant'Antonio, una delle tre proprietarie del sito (sorella di mia nonna) si chiamava con quello stesso nome ed era nata il 13 giugno come me, giorno appunto in cui si festeggia Sant'Antonio da Padova. Inoltre Mariantonietta era il nome della mia più cara amica, che da quest'estate non è più tra noi: il pensiero per lei, qui alla fonte, è inevitabile. E' un angolo bellissimo, poetico, anche se posizionato sulla strada, peraltro assai trafficata.

Babilù

Usando ogni strategia possibile, ho dedicato la mattinata al ripristino dell'area della fonte e a tagliare rami e "frangetta" a Babilù. E' diventato gigantesco e mi sentivo davvero come Nessuno dinanzi a Polifemo: d'altronde il tipo di piante che coltivo abitualmente hanno dimensioni decisamente inferiori.
Gli uccelli cantavano, Paolo stava potando gli ulivi e le falciatrici tacevano: trovarsi vicino ad una fonte per abbellirla e compiere un lavoro che porta beneficio al prossimo ha reso il mio operato decisamente gratificante.
Sono regali della terra che, in questi momenti così difficili, mi auguro possa tornare ad essere madre per tanti figli che non sanno come risolvere i loro problemi.


sabato 28 aprile 2012

Risveglio di primavera

Mughetto

Avevo già dedicato un post all'orto-giardino di Fiorella e Gianpaolo. Ieri sono tornata a casa loro e non ho resistito alla fioritura del momento. Nonostante la cura e il coltivato, numerose specie spontanee fanno la loro comparsa regalando allo sguardo tutta la bellezza della primavera nel cuore della città.

Papaveri

Borragine a fine fioritura

Iris

Papaveri e ranuncoli selvatici

Iris 

Boccioli di rosa prima della fioritura

La natura non si smentisce mai!


martedì 24 aprile 2012

Quanto vento

Mar Ligure a ponente
foto di Marco Rossi

In Liguria siamo abituati a convivere col vento: tutte le tipologie, al giro, si manifestano e ci scompigliano la vita. 
Già da bambini si sentiva parlare di un vento che soffiava di tre giorni in tre giorni, anche se non saprei dire se era il maestrale o il ponente. Trascorsi i primi tre, se si ripresentava al quarto, voleva dire che avrebbe soffiato fino al sesto, oppure fino al nono e via dicendo.
E questa volta è andata proprio così: ha già superato le due terzine e sta continuando, quindi vuol dire che fino a nove giorni è intenzionato a durare. 
Non è sempre facile convivere col vento, soprattutto quando dura così tanto. Innervosisce, crea tensione e penetra nelle ossa, arrecando quell'indesiderato senso di freddo.
Tuttavia ha anche dei pregi: la natura brilla ripulita dalla polvere e il mare dà spettacolo di sé, tra onde, marosi, schiume bianchissime e stratificazioni di azzurri e verdi da togliere il fiato, come si può notare nella foto.
E' la natura che fa il suo corso, dando esibizione della sua stravaganza e della sua bellezza. Noi umani, alla fine, siamo soltanto dei noiosi esseri incontentabili, che non sappiamo più ascoltare il vento e pensiamo soltanto ai disagi che ci arreca. 
Eppure Dylan diceva che the answer, my friend, is blowing in the wind...


sabato 26 novembre 2011

Il corbezzolo

Il corbezzolo (l'arbùssìn)
foto Marlor (solo questa, e si vede!)

Nei territori dei paesi di mezzacosta l'estensione del bosco è assai limitata rispetto a quelli più interni. Trattasi della tipica macchia mediterranea, con molti arbusti e poche piante di alto fusto. Una sorta di boscaglia, con la quale si vive un rapporto diverso dal bosco vero e proprio, quasi un mordi e fuggi, e dove è pressoché impossibile perdervisi dentro.
C'è chi lo vive per la caccia, chi per i pochi funghi che vi nascono, chi per raccogliere arbusti destinati ai mercati floricoli, chi per approvvigionarsi di aromatiche e chi per assaporarne i frutti.


La parte del leone, in questi boschi assai vicini al mare, la fa il corbezzolo. Ad autunno inoltrato inizia la maturazione di questo particolare frutto "spigoloso" che, degustato ben maturo, ha il pregio di non essere troppo dolce e regala quella netta sensazione di relazione col bosco. Ci sono frutti in abbondanza e grappoli di fiori bianchi che preannunciano quanto sarà copiosa la produzione del prossimo anno.


Mi ritrovo a mangiar corbezzoli sempre senza premeditazione. Un tempo andavo nel bosco in questo periodo per provvedere alla chiusura di una linea idrica, ma da alcuni anni non è più compito mio. Ieri sono andata a fare un giro spassionato in regione Pace degli occhi, toponimo da cui si deduce quale splendido panorama si possa godere, ed ecco che trovo gli ultimi corbezzoli della stagione, giusto in tempo per assolvere al rito.
Con i frutti (antidiarroici) si possono fare marmellate e liquori; i fiori sono molto ambiti dalle api per dar vita ad un pregiato miele; il legno è un ottimo combustibile; le foglie sono usate per decotti diuretici e, un tempo, per la concia delle pelli, visto il loro alto tasso di tannino; le piante hanno ottime caratteristiche ornamentali.
Il corbezzolo è diffusissimo nelle Marche, ma anche noi Liguri, che non ci facciamo mancare niente, fino ad 800 metri di altezza ne disponiamo a sufficienza. E gratis.


mercoledì 19 ottobre 2011

La Corsica

La Corsica vista dalla costa ligure
foto di Roberto De Nicola

Magari uno pensa che dalla costa ligure si veda normalmente la Corsica... No, non è così, tuttavia certe mattine particolarmente nitide o fredde si può assistere a questo spettacolo, anche se, nell'arco di una vita, molte persone non ne hanno avuto l'opportunità.

La Corsica vista da Montenero (Bordighera)
foto di Roberto De Nicola

Alcuni sostengono che non sia un fenomeno reale, bensì un'illusione ottica che si crea per effetto della rifrazione: tutte balle, quando la si vede è proprio lei, con il suo immutato profilo montuoso.

La Corsica vista dal Colle Melosa
foto di Roberto De Nicola

Ci sono luoghi da cui si vede benissimo, altri da cui è precluso lo spettacolo. Infatti sono proprio le persone che abitano nei paesi dell'entroterra da cui non si vede il mare coloro i quali meno di ogni altro hanno avuto occasione di vedere la Corsica.

La Corsica vista da i Gray
foto presa da fb e non so più da chi...

Non sono mattiniera, a differenza di altre persone che solitamente si alzano presto e sono privilegiate nel cogliere le occasioni di vedere la Corsica. Però una volta nella vita mi è capitato di vederla: ero sul treno e mentre era fermo alla stazione di Ospedaletti ecco che mi si para davanti questo emozionante spettacolo sullo sfondo di un cielo rosso-arancione che preannunciava la nascita del giorno. Bello, bellissimo, indimenticabile.

La Corsica
foto di Antonello Rotondaro

Ingrandendo questa foto con un click si può ammirare la "concretezza" del territorio corso che appare allo sguardo soltanto alcune volte durante l'anno. E' uno spettacolo, così come dicono lo sia vedere la costa ligure e francese dalle zone della Spezia.
Inutile negare che la natura, in quanto a bellezza, la sa lunga.
E voi, avete visto qualche volta la Corsica?


giovedì 13 ottobre 2011

Bordighera verso Francia

Costa italo-francese

Bordighera è annoverata tra i luoghi del mondo da cui si godono i più bei tramonti. Il sole scende in mare nelle stagioni fredde, mentre durante l'estate si nasconde dietro le colline franco-italiane.


Con tutti i danni che provoca l'uomo quando mette mano al territorio, per fortuna certi spettacoli della natura rimangono intatti e superano ogni umano tentativo di bellezza.


Le fotografie dell'amico Roberto De Nicola, bordigotto affezionato alla sua città, sono state scattate in tempi, stagioni e orari diversi, ma hanno in comune la zona, ovvero il tratto di mare che ci collega con la Francia.
La città sullo sfondo è Montecarlo e verrebbe da dire: così vicini, così lontani...


Già la presenza del mare in se stessa favorisce il paesaggio: indubbiamente la gamma dei colori che la natura offre nelle sue varie stagioni è un gradito regalo a chi può osservarla.


Anche le mareggiate contribuiscono allo spettacolo: spesso sono causate dal mistral (maestrale) che arriva dalla Francia e così anche le foto vengono scattate verso quella direzione.


Grazie a facebook e al gruppo "Bordighera amore mio" col tempo si avrà la disponibilità di un archivio di tutto rilievo di foto riguardanti Bordighera e suppongo verrà creato un album di soli tramonti, vista la variegata gamma di scenari che, soprattutto d'inverno, si possono vedere.


Certe sere, però, le nuvole sono talmente folte che lo spettacolo del tramonto viene meno, tuttavia anche i densi annuvolamenti hanno il loro fascino.
In questo periodo, nonostante la nostra risaputa tirchieria, pagheremmo pure qualcosa pur di vederne uno!




domenica 9 ottobre 2011

Abbandono e siccità

Situ gerbu (sito incolto)
foto di Arturo Viale

Le belle giornate di settembre e ottobre hanno per risvolto un inquietante situazione di siccità. In Liguria è uno dei fenomeni più temuti, essendo una regione già poco piovosa fine a se stessa. Il paesaggio assume sembianze di aridità cui si aggiunge il progressivo abbandono delle campagne in atto a causa della scarsa redditività dell'agricoltura e soprattutto della floricoltura.

Muri a secco cadenti

L'abbandono implica le deriva dei muri a secco, cui collaborano con solerzia i cinghiali, di cui siamo abbondantemente invasi. E' un quadro desolante, che cancella una lunga storia di lavoro e di fatica, mancando pure il rispetto all'operato delle generazioni precedenti. I tempi offrono opportunità impensabili in confronto al passato, ciò nonostante c'è una sorta di annichilimento che impedisce di dedicarsi a quel minimo di salvaguardia del territorio.
Siamo anche noi "viziati" di capitalismo.


martedì 4 ottobre 2011

Gabbiani a riva

Mar Ligure

Questa memorabile coda d'estate ci ha dato modo di vivere ed apprezzare il mare come non mai. Rubando il tempo alle pause dell'attività lavorativa, ci si possono concedere straordinari momenti di sole e piacevoli nuotate. nonché assaporare quel contatto con la natura che qui in Liguria è stato ormai precluso in molti altri ambiti.


Luccica il mare, non alla luna bensì al sole caldo e pulito da qualsiasi tipo di velatura per interi giorni . E si nuota beatamente...


Ma ecco che arriva uno stormo di gabbiani a riva: dicono che annuncino che il freddo si avvicina. E le previsioni meteorologiche pare proprio lo prevedano. Inizia ora una sequenza di fotografie che non commento perché potrei rovinare tutto. Dico soltanto che saranno animali che si nutrono in discariche e reputati aggressivi, ma ciò non toglie nulla alla loro assoluta bellezza.
A voi:




















martedì 20 settembre 2011

Al "Terrazzo ristoro"

Vitigno di uva Rossese

E' tempo di vendemmia. Anche noi Liguri, come in tutte le regioni italiane, condividiamo questo evento e ne siamo partecipi con entusiasmo perché è una delle poche occasioni rimaste di lavoro in compagnia. La fatica diventa relativa, lo stare insieme ha la meglio.


Per quanto poco conosciuto, il vitigno dell'estremo ponente ligure dà un vino di ottima qualità, il Rossese, e sorprende sempre, quando si va in altre regioni, scoprire che è pochissimo conosciuto. Il vitigno si adatta molto bene al clima e al territorio ligure e ogni anno partecipo alla vendemmia dei miei amici Tino e Danila per rivivere momenti sempre piacevoli e di cui conservo bellissimi ricordi di quando ero bambina.

Scaletta in pietra murata a secco

Nelle vecchie vigne resistono nel tempo i muri e le scalette a secco che terrazzano l'impervio territorio ed acquisiscono quel fascino di opere che appartengono al tempo che fu: inevitabilemente, al giorno d'oggi, si utilizzerebbe comunque del cemento per legare le pietre ed accelerare i lavori...

Le vigne di Soldano, località Pin

Il paesaggio è molto bello. Vigne vecchie e nuove convivono grazie al Doc Rossese di Dolceacqua, che ha dato un'identità al prodotto delimitando le zone migliori di produzione. E quella di Soldano se lo merita senza ombra di dubbio.


Giungere alla pergola per il pranzo e trovare la tabella "terrazzo ristoro" è stata una bella sorpresa. Quel cartello, recuperato nello smantellamento di uno stabilimento balneare, aveva il fascino delle cose create negli anni Cinquanta-Sessanta, periodo in cui l'Italia rinasceva, cresceva e nella semplicità degli elementi rispecchiava una bellezza ancora innegabile al giorno d'oggi.


Al fresco del glicine, del fico e del caco, ogni elemento assume la sua funzione estetica ed utile, spesso proveniente dai recuperi più impensati. La diversità dei piatti, del colore delle lampadine, delle posate e di ogni oggetto presente creano una molteplicità che perderebbe importanza se invece quelle stesse cose fossero tutte omologate e di serie...

U cundigliùn

Non poteva mancare u cundigliùn (il condiglione), la tipica insalata ligure preparata con pomodori, cetrioli, peperoni verdi, basilico e olive. I tempi sono cambiati: una volta si trovava solo quel piatto, oggi, invece c'era ogni ben di Dio, dai salamini al capocollo alla brace, ma la cucina ligure è stata tuttavia rispettata, dato che la pastasciutta era condita con un ottimo sugo di pomodoro e basilico detto au magru (al magro) e una frittata di zucchine trombette di Albenga.

La tavolata

Un pranzo ed un rossese ottimo, compagnia splendida: cosa volere di più dalla vita? Giovani e meno giovani piacevolmente uniti per libare e scherzare al terrazzo ristoro... Ci si accorge proprio in questi momenti quanto il sistema di vita dei tempi attuali ci abbia isolato e quanta bellezza si può invece ancora condividere stando insieme.

Colline italiane e francesi

Tornando a casa, nella luce adamantina di settembre, il paesaggio aveva sprazzi e contorni più belli del solito. Salivano gli odori della macchia mediterranea, tornavano alla memoria passi di Biamonti e sembrava di attraversare una sua pagina di letteratura. Pensavo alla fortuna di vivere in questi posti e a quanto mi è caro questo ermo colle...

Il mare e la civiltà

Grazie alla luce che rendeva il mare brillante, potevo by-passare quegli orrori che hanno nel tempo cementificato la costa ligure. La vendemmia, il pranzo, la compagnia mi hanno regalato un profondo attimo di poesia tanto prezioso per vivere.
Devo ammettere che anche il buon rossese di Tino ha contribuito al tutto!