Un tempo, quando si parlava della Liguria, si ricorreva ad aggettivi come impervia, mite, difficile, arida, avara, faticosa. Adesso c'è un solo termine che la qualifica: fragile. Questa fragilità era anche prima, vista la morfologia e i terreni calcarei, ma sicuramente l'uomo ha contribuito alla grande. Sono discorsi triti, lo so: speculazione edilizia, abbandono, floricoltura, politiche sbagliate, impermeabilizzazione dei terreni per costruire soprattutto strade. A ciò va aggiunto il cambiamento climatico, perché le piogge a cui assistiamo negli ultimi decenni non sono "normali". Il tutto dà per risultato disastri tremendi e vittime.
Ciò che mi sconsola è che porre rimedio a tutto ciò è abbastanza difficile, se non impossibile. A parole, si sa, si può tutto, ma nella realtà le cose stanno diversamente. Leggevo su Facebook che l'Acropolis di Nizza è costruita sul Paillon, che ogni anno viene debitamente dragato e ripulito, anche se, in certi casi di piena, nulla può l'uomo. Tant'è che in territorio francese, molto simile al nostro, hanno cementificato molto più che da noi, ma in quanto a disastri se ne sente parlare molto meno.
Anche in Liguria siamo italiani.