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mercoledì 8 marzo 2017

La mimosa e i media


Quasi ogni anno mi ritovo a combattere la mia crociata per difendere o fare chiarezza sull'Otto marzo.
E' la Giornata della Donna, è una ricorrenza importante, così come tutte le feste o altre ricorrenze lo sono. La riflessione è puntata lì ed è inutile dire che bisogna rispettare questo o quello tutto l'anno, perché è ovvio. Fondamentale, però, è avere un giorno completamente dedicato ad un argomento, al fine di celebrarne e capirne l'importanza.

Ciò che mi ha più volte stupito è la dissacrazione del simbolo dell'Otto marzo, ovvero la mimosa. E mi ha stupito perché, a livello di media, sono già dovuta intervenire due volte, sia per delle affermazioni che avevo sentito a Piazza Verdi in onda su Radio Tre (e prontamente rettificate in diretta), sia per quelle più recenti di Geppi Cucciari a Che tempo che fa su Rai Tre, cui s'è pure aggiunta la superficiale sparata della Dandini all'indomani.

Non è ammissibile questa dissacrazione, né tanto meno è ammissible che provenga proprio da Rai Tre e Radio Tre che, più di ogni altra fonte, dovrebbero sapere bene come stanno le cose.

La mimosa è il simbolo della Giornata della Donna, ricorrenza che celebra il suo lungo cammino per la conquista della parità e dei diritti. La mimosa è il frutto di un lavoro molto faticoso che si svolge nel distretto del mercato floricolo di Sanremo e rappresenta ancora una bolla di soppravvivenza della floricoltura ligure, a prezzo di grandi sacrifici.

Dire che "puzza" o "non compratela" o "non regalatela" è uno spregio al simbolo e al lavoro.
Dirlo su dei canali cult è un'ulteriore aggravante.

Esiste internet: cercate "mimosa" "otto marzo" "dove si produce" e fateci arrivare delle richieste per venirci ad aiutare nel momento della raccolta. Ecco, uscite dai salotti e dall'ignoranza, e di dannose stronzate non ne direte più.


Buon Otto marzo con la mimosa, Donne!



sabato 8 marzo 2014

8 marzo 2014


Happy day, women!


venerdì 8 marzo 2013

Auguri alle donne


Auguri a tutte le DONNE del MONDO, per un futuro migliore e poter guardare avanti senza abbassare la testa per timore, o alzare gli occhi al cielo in segno di insofferenza e malessere. Auguri a tutte le donne belle nell’anima.
A tutte le donne che sanno regalare momenti di gioia ai loro uomini, solo con la loro semplicità.
A tutte le donne che sanno essere ottime mamme e ottime nonne, con i loro straordinari sorrisi.
A tutte le donne che non perdono il loro entusiasmo in nessuna occasione.
A tutte le donne forti che amano e lavorano con dignità.
A tutte le donne che in questa nostra epoca hanno capito che il valore estetico più alto che una donna può avere è l’intelligenza.
Auguri di cuore.

Auguri presi dal web.


mercoledì 7 marzo 2012

Giornata Internazionale della Donna

Mimosa di Sanremo

Non c'è evento più dissacrato della Giornata Internazionale della Donna. Per dare il giusto valore ad una cosa, a volte basterebbe consultare la tanto pratica Wikipedia, che spiega in modo assai esaustivo il significato, ad esempio, di questa Giornata. Non è una festa: ricorre l'8 marzo di ogni anno per ricordare sia le conquiste sociali, politiche ed economiche delle donne, sia le discriminazioni e le violenze cui esse sono ancora fatte oggetto in molte parti del mondo. Questa celebrazione si è tenuta per la prima volta negli Stati Uniti nel 1909, in alcuni paesi europei nel 1911in Italia nel 1922 e fu sospesa nel ventennio fascista, durante il quale erano ammessi al voto anche gli analfabeti purché uomini, ma non le donne.
Nell'inverno del 1908, a New York, operaie dell'industria tessile COTTON scioperarono per chiedere migliori condizioni di lavoro.
Lo sciopero durò alcuni giorni fino all' 8 Marzo, quando il proprietario MR. Johnson decise di bloccare le porte della fabbrica, imprigionando le operaie al suo interno. Scoppiò un'incendio e le operaie morirono arse dalle fiamme, Tra loro vi erano molte immigrate, anche Italiane, che cercavano di affrancarsi dalla miseria con il lavoro.
Rosa Luxemburg propose, in ricordo della tragedia,la data dell'8 marzo come Giornata internazionale contro lo sfruttamento e per l'emancipazione sociale della Donna.
Perchè la Mimosa alla Festa delle Donne?
Nel 1946 L'UDI (Unione Donne Italiane) si pose il problema di trovare un fiore che potesse contraddistinguere questa Giornata speciale: la scelta cadde sulla Mimosa che fiorisce proprio in quel periodo ed era facilmente reperibile. 
Per i produttori di mimosa, testimonianza dell'importanza di questa Giornata sono tuttavia i quaderni del mercato degli anni Cinquanta, dai quali si può rilevare un'impennata delle vendite e dei prezzi proprio nel primi giorni di marzo: nonostante i governanti non riconoscessero la ricorrenza, le donne dell'UDI continuavano a rispettarla. Il riconoscimento  vero e proprio avvenne negli anni Settanta, grazie al Movimento femminista.
Soltanto da pochi anni aderisco alla cena dell'8 marzo con le mie più care amiche: ho riconoscenza per i diritti conquistati, mi ripago della fatica per produrre la mimosa, ma soprattutto conservo la memoria di tutte le battaglie e i soprusi che si celano dietro a questa ricorrenza. Demonizzare la Mimosa è un atto di ignoranza, perché ne è l'indiscusso simbolo.
Al giorno d'oggi i diritti acquisiti sembrano esistere da sempre, mentre invece sono frutto di lotte e battaglie talvolta durate a lungo nel tempo.
Il modo in cui molte donne al giorno d'oggi intendono questa giornata è fuori da ogni etica: è chiaro che la dissacrazione della memoria il più delle volte fa capo a chi non ne ha.


martedì 8 marzo 2011

La mimosa, da Sanremo in tutta Italia

Mimosa Goulois

Sarò anche un pò ripetitiva, ma ogni anno, immancabilmente, dedico un post all'otto marzo per sottolineare, tra l'altro, il suo aspetto simbolico, rappresentato dalla mimosa.
La produco, è una fonte di sopravvivenza per i floricoltori e la difendo dalle insidie relegate alla speculazione.

Giovani e vecchi: tutti all'opera

Il lavoro è massacrante, stanca molto e non potrebbe durare più di 15-20 giorni così come accade. Il prezzo che percepiamo dipende da diversi fattori e alla fine della fiera il nostro incasso oscilla entro un campo così stabilito: se il prodotto è scarso e di bassa qualità, il più delle volte a causa delle condizioni meteorologiche, il prezzo è alto; se la mimosa è bella, giunge tutta a maturazione in tempo e si riesce a produrne una discreta quantità, il prezzo è basso.

Rudy: "Che casino! Non si sa più dove stare..."

Niente di nuovo sotto il sole: è la legge della domanda e dell'offerta. E già, e noi produttori, senza scossoni e senza speculazioni, ci accolliamo le nostre fatiche e i nostri risultati che arrotondano un ormai magro volume d'affari. Ma non è mia intenzione lamentarmi, per cui passo oltre.

Insacchettare nel nylon

Quando la vedo in tv, quei pochi attimi durante i tg che ancora dedicano spazio all'otto marzo, mi emoziono. Penso che proviene tutta dalle nostre zone, dal nostro lavoro, da Sanremo: Sanremo non è soltanto Festival o Casino, Sanremo è soprattutto Floricoltura.
E mi chiedo anche: se oggi è la Giornata Internazionale della Donna e la mimosa ne è il suo simbolo, come mai questa viene adottata solo in Italia?

Verso l'imballaggio

Quanti passaggi! E non mi riferisco alla catena di distribuzione, ma a quella della produzione, cioè la nostra, prima che quel prodotto giunga alla struttura che provvederà alla vendita.
Forse è lecito azzardare la parola "speculazione" proprio riferendosi alla distribuzione, ma sono argomenti di cui ho poca competenza. So soltanto che è un genere di commercio "una tantum" e che quindi può favorire il meccanismo. Tuttavia penso che come non risolve i problemi a noi, non li risolva neanche ad altri...

Penultima fase

Adesso è pronta per l'imballaggio: 6 mazzi per scatola o cartone (termine che usiamo noi produttori) e poi stivaggio nei frigoriferi della Cooperativa. Il fiore maggiormente deperibile che mai sia stato prodotto sul Mercato di Sanremo ha avuto la sorte di beneficiare dei tempi più lunghi per la conservazione, seguendo precise e semplici norme.

The final cut

Ed eccoci alla fine del processo: accarezzando i mazzi mentre li ripongo stretti nel cartone, le auguro di conservarsi altrettanto bella fino all'otto marzo e di far felice quella donna che ne riceverà un rametto.
Dal dopoguerra in poi, la mimosa di Sanremo ha accompagnato le donne in tutte le loro battaglie per la conquista dei diritti. Ora più che mai esprimo l'importanza di questa Giornata non per vendere la mimosa, ma per difendere le conquiste che nel tempo le donne hanno fatto, contro questa tendenza dilagante a farci tornare indietro e a travisare i significati, svilendo i valori nel loro significato più intrinseco.


domenica 7 marzo 2010

Con queste mani

L'8 marzo, quasi dappertutto in Italia, sarà distribuita la mimosa alle donne, simbolo della Giornata della donna, a ricordo di un massacro compiuto sulle stesse nel lontano 1908, negli USA.
Proviene quasi tutta dal Mercato dei fiori di Sanremo e mi sembrava un atto dovuto mostrarvi le mani di alcuni produttori.
In particolare quelle di:

Bernardo

Anna

Giò u frachetu

Mariella

Iole

Rosalba

Omar

Lorella

Flavio R.

Elisa

Silvio

Migliaia di mani hanno raccolto e confezionato la mimosa affinchè ogni donna ne riceva un ramoscello. Spesso è sorta la polemica della speculazione: per noi produttori è fatica e pane; ci regala quell'attimo che un pò ci commuove quando la vediamo in tivù tra i capelli o tra le mani delle donne italiane.
Appassionati o meno a questo fiore, la frase conclusiva che ognuno esprime alla fine dei raccolti è: A t'amassa ( ti ammazza, cioè ti distrugge dalla fatica).

Non l'ho mai considerata la "festa", ma giustamente la "Giornata della donna" in cui ricordare il lungo percorso compiuto per la conquista dei diritti.
La mimosa ne è il suo simbolo da oltre sessant'anni, non certo la gardenia; non mi interessano i modi in cui molte donne la celebrano, ovvero se ne approfittano per uscire o per vedere lo spogliarello: coltivo il suo vero significato e coltivo pure la mimosa e se su quest'ultima ci speculano altri, è ben certo che non ci speculiamo noi produttori.
In tutte le cose c'è modo e modo di vederle, viverle e interpretarle: c'è chi va allo stadio per vedere la partita, c'è chi va per sfogare la propria violenza.
Ogni cosa dipende dall'intenzione con cui decidiamo di viverla.

Buona Giornata della Donna

domenica 8 marzo 2009

Violenza senza frontiere

Ad ogni latitudine e longitudine, la violenza sulle donne (e non solo) è una grave causa di sofferenza.
Questa Giornata della donna ben venga per concentrare la riflessione sui diritti e il rispetto usurpati.
Il mio pensiero è rivolto in particolar modo alle donne vittime di stupro e alle Tibetane, cui viene praticata la sterilizzazione e l'aborto anche all'ottavo mese per perpetrare il genocidio della razza.
L'8 marzo ha un grande significato, al di là dell'uso, dell'abuso, del travisamento e del rifiuto con cui le opinioni varie e le polemiche si dilettano.
Ciao donne, buona Giornata.