In Italia, oltre che in Liguria, ci sono molti territori "terrazzati", dove i muri di pietra "a secco" sorreggono piccole o grandi porzioni di terra per consentirne la coltivazione.
Questi muri sono costruiti ponendo le pietre in maniera ordinata, non hanno leganti e svolgono la loro "sana" funzione, lasciando traspirare il terreno, per evitare soprattutto i ristagni d'acqua.
A ciò si accompagna la bellezza e l'armonia esteriore, che valorizza il paesaggio e dona equilibrio tra forma e sostanza.
Un muro di mattoni, invece, è senz'altro utile, ma se non viene ricoperto da un intonaco, non ha nulla di piacevole: quei mattoni, tutti uguali e tenuti a forza l'uno con l'altro dal cemento, offendono addirirttura lo sguardo.
Questi ultimi mi fanno pensare alla omologazione degli individui, a cominciare dai giovani, che puntualmente rispondono alle indicazioni del sistema con zainetti, scooters, abbigliamenti e quant'altro, unifomandosi come soldati di un esercito, per poi estendere il concetto a tutti.
I muri di pietra "a secco", invece, rendono giustizia alla bio-diversità umana, dimostrando che è possibile stare assieme senza legami di forza e con naturalezza: pietre grandi, piccole, dalle forme più svariate e nessuna uguale all'altra svolgono tranquillamente la loro funzione in completa armonia e bellezza.
Ecco, vorrei che gli xenofobi cominciassero a parlare con i muri, perchè anche da loro avrebbero molto da imparare.