Collaudati oramai da tempo al periodo delle feste natalizie, stiamo per entrare nelle ben nota atmosfera dei pranzi in famiglia, dei regali che si riducono di anno in anno, delle serate da U fògu du bambin, delle giornate di lavoro nei fiori che diventano, proprio in questi giorni di evasione, ancora più pesanti, visti i prezzi di mercato.
Tornano a casa i figli che ormai vivono lontani, i nipoti, i loro bimbi e, per chi è stanziale come me, tutto assume un contorno diverso ed assai gradito. Dicono i proverbi del paese : "E feste i sun tempeste" e "Dopu e feste ven i desturbei" per indicare il cambio dell'abituale dimensione e per sottolineare i disturbi corporali che conseguono ai non pochi banchetti del periodo.
Rimane salvo per i credenti l'aspetto spirituale della nascita del Cristo che, in sé, ha un significato di tutto rispetto, ma se ci guardiamo attorno vien da chiedersi cosa abbiamo alla fin fine imparato e messo in pratica del suo messaggio...
Auguriamoci pure che siano buone queste feste, nonostante il clima di incertezza e la nauseante situazione in cui si trova il nostro Paese.
Le luminarie lampeggiano alla sera, illuminano la notte, ma troppo spesso rimangono oscure le nostre menti.
Peccato.
Auguri a tutti
Pia