
L'ape è pronta per la partenza: vado al frantoio a frangere le olive. Sono belle, piuttosto grosse e ci si aspetta sempre una buona resa...
Quest'anno ho scelto di andare a Perinaldo, perchè è uno dei pochi frantoi ancora dotato delle macine in pietra per la prima schiacciatura.
U gumbuLe olive si stanno schiacciando sotto il peso delle grandi ruote: c'è molto rumore, nel frantoio, ma l'atmosfera, l'odore, il processo di frangitura, l'attesa della fuori uscita dell'olio annullano il disagio.
Elvio, il frantoiano
Il passaggio successivo avviene nella gramolatrice: con molta attenzione il mio amico Elvio segue imperturbabile i processi, sapendo abilmente tener dietro a tutti macchinari benchè svolga il lavoro... da solo.
L'olio nuovoDopo il passaggio nei separatori, ecco che arriva l'olio nuovo: come da una fontana inizia a sgorgare e l'emozione è sempre forte...
Riempitura dei contenitori per il trasporto
Aiutata da Claudio, mio amico "storico" di Perinaldo, procedo a riempire i contenitori per trasportare l'olio a casa. Ancora non so quanto avranno reso; quando tutto l'olio, fino all'ultima goccia, sarà stato messo nelle taniche, avverrà la pesatura: la previsione era di kg. 2,200 a misura, ma il risultato si è attestato leggermente al di sotto, ovvero kg. 2,150, e corro subito ai ripari cercando le più svariate giustificazioni, per ammortizzare la piccola delusione.
U bagnétuEd ecco il momento più bello: dopo aver sistemato l'olio nelle giare e nei più moderni contenitori d'acciaio, arriva il momento di gustarsi il frutto del proprio lavoro: preparo una bella varietà di verdure crude e in una scodella schiaccio con la forchetta alcuni filetti di acciughe salate, cui aggiungo aceto e l'olio nuovo. Un ricco pinzimonio (per dirlo in italiano) in cui intingere le varie cruditè, ma per noi Liguri chiamasi bagnétu ed è il rito che si celebra da sempre nella mia famiglia al ritorno dal frantoio.
Una tradizione che mantengo volentieri!