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giovedì 29 marzo 2012

Recessione


La definizione che dà il Conciso della Treccani di recessione è: Flessione nello sviluppo o regresso dell'attività economica.
Wikipedia completa il quadro dicendo: In caso di recessione un aumento dei tassi di interesse produce un'ulteriore diminuzione della produzione, con conseguente aumento della disoccupazione e dei prezzi al consumo, diminuzione del credito al consumo e il tutto si traduce con diminuzione della domanda di beni e servizi da parte dei consumatori spingendo la recessione verso una vera e propria depressione.
E conclude così: Il superamento della recessione si definisce come ripresa (rinascita).
Dunque sono fasi estremamente negative di un sistema economico, verificatesi già in altri periodi storici, cui spesso conseguirono guerre.
Scongiurando quest'ultima eventualità, cerco di affrontare il momento resettando i comportamenti di vita. Stiamo regredendo e quelle sane indicazioni di fare economia che ci hanno instillato i nostri predecessori trovano ora la ragion d'essere. Autoconsumo, risparmio energetico, ergonomia... tutte risorse che ci potranno rendere più vigili e meno parassiti.
Capisco che nelle città le difficoltà sono molto maggiori che nelle zone rurali: ognuno dovrà anche fare i conti con quello che realmente è importante nella propria vita e ciò che invece può benissimo non esserlo.
Non tutto il male viene per nuocere e, in ogni caso, una volta superata la recessione, ne conseguirà la rinascita.


lunedì 26 marzo 2012

I GAS



"I Gruppi di Acquisto Solidale sono gruppi di acquisto, organizzati spontaneamente, che partono da un approccio critico al consumo e che vogliono applicare i principi di equità ai propri acquisti (principalmente prodotti alimentari o di largo consumo).
Il termine "Solidale" è utilizzato dai GAS per distinguerli dal gruppo d'acquisto tout-court, che possono non presentare connotazioni etiche, ma essere solo uno strumento di risparmio. L'aspetto etico, o solidale, di tali gruppi, è quindi l'aspetto ritenuto più importante, che li connota come esperienze nel campo del consumo critico. Secondario ma altrettanto fondante è il richiamo all'importanza delle relazioni sociali ed umane o del legame con l'ambiente circostante o con le tradizioni agricole e gastronomiche. I criteri che guidano la scelta dei fornitori (pur differenti da gruppo a gruppo) in genere sono: qualità del prodotto, dignità del lavoro, rispetto dell'ambiente. In genere i gruppi pongono anche grande attenzione ai prodotti locali, agli alimenti od equivalenti e agli imballaggi a rendere (fonte wikipedia)."
In un caso o nell'altro, qualità e risparmio vanno a braccetto, per un modo diverso di fare la spesa, soprattutto se possono osteggiare le multinazionali, strumenti infernali del consumismo, che meritano serrata battaglia.
Solo tra Liguria e Piemonte, ad esempio, sono possibili scambi che risalgono alla notte dei tempi e che gratificano palati e portafogli.



venerdì 20 gennaio 2012

La tossicodipendenza da crescita


"La nostra società ha legato il suo destino a un'organizzazione fondata sull'accumulazione illimitata. Questo sistema è condannato alla crescita. Non appena la crescita si ferma è la crisi, il panico. (...) Questa necessità fa della crescita una "camicia di forza". L'occupazione, il pagamento delle pensioni, la spesa pubblica (istruzione, sicurezza giustizia, cultura, trasporti, sanità, ecc.) presuppongono l'aumento costante del prodotto interno lordo (PIL). (...) Alla fine, il circolo virtuoso diventa un ciclo infernale... La vita del lavoratore si riduce perlopiù a quella di un "biodigestore che metabolizza il salario con le merci e le merci con il salario, transitando dalla fabbrica all'ipermercato e dall'ipermercato alla fabbrica". 
Per permettere alla società dei consumi di continuare il suo carosello diabolico sono necessari tre ingredienti: la pubblicità, che crea il desiderio di consumare, il credito che ne fornisce i mezzi, e l'obsolescenza accelerata e programmata dei prodotti, che ne rinnova la necessità. Queste tre molle della società della crescita sono vere e proprie "istigazioni a delinquere". 
(...) Siamo dunque diventati dei "tossicodipendenti" della crescita e, per dirla con Dominique Belpomme: "La crescita è diventata il cancro dell'umanità".

Se è ormai riconosciuto che il perseguimento indefinito della crescita è incompatibile con un pianeta finito, le conseguenze (produrre meno e consumare meno) sono invece ben lungi dall'essere accettate. Ma se non vi sarà un'inversione di rotta, ci attende una catastrofe ecologica e umana. Siamo ancora in tempo per immaginare, serenamente, un sistema basato su un'altra logica: quella di una "società di decrescita".

Serge Latouche, Breve trattato sulla decrescita serena, Bollati Boringhieri, Torino 2010, pag. 26-27 e quarta di copertina


martedì 1 febbraio 2011

Il bollo

Ricevuta di una Tassa di proprietà di un autoveicolo

Il discorso sarebbe lungo, ma meglio evitare. Sul tema delle imposte e tasse, in Italia, siamo così malmessi e così devastati dalla propaganda fatta in questi anni da B. che è difficile dare un senso alle cose. Certo che chi, come, me, ha affrontato piccole ricerche storiche sulla mutualità e sulla cooperazione, non può che disprezzare il capo del governo e il suo demonizzare l'argomento. D'altronde, da grande esempio di evasore quale egli è, non potrebbe altrimenti.
Dirò semplicemente che il piccolo contributo di tutti permette di poter affrontare problemi che da soli non si riuscirebbe; dirò che le imposte e le tasse sono le entrate per eccellenza dello Stato e che "toglierle" sarebbe come non erogare il salario ad un operaio o lo stipendio ad un impiegato; dirò che le aliquote non sono eque perchè la cultura errata della "tassa" ha favorito, alla grande, l'evasione, per cui i non evasori pagano salato.
La cosa che trovo assurda, invece, è l'esosità della "tassa di proprietà" sull'automobile o altro mezzo di circolazione: un tempo si chiamava "tassa di circolazione" e gli introiti erano destinati alla miglioria e alla manutenzione della viabilità. Oggi invece si chiama "tassa di proprietà": è stata demonizzata l'ICI, l'entrata per eccellenza dell'ente Comune, che riguardava i proprietari di abitazioni e per cifre sopportabili (una tassa già federalista, se vogliamo) e nessuno solleva questioni sulla "tassa di proprietà" del proprio mezzo di circolazione, il cosiddetto bollo? Mediamente centocinquanta-duecento euro di tassa annua sull'auto, tutti i parcheggi a pagamento e le strade che sembrano mulattiere: noi italiani siamo proprio degli emeriti imbecilli.
Ah, dimenticavo: prima, pagandola all'ACI si risparmiava la commissione, che nei tabacchini o altre ricevitorie è di € 1,55. Adesso si paga anche all'ACI, esattamente € 1,87.

sabato 12 giugno 2010

Dimezzati


Pur non avendo visto l'ultima puntata di Annozero, che aveva per tema l'agricoltura, non mi è difficile dichiarare che gli addetti ai lavori, cui appartengo, possano parlare di incassi dimezzati alla fine della loro stagione lavorativa.
Il riso è passato da 50 euro al quintale a 25 euro; gli allevatori sono disperati per tutti i vincoli cui devono sottostare, noi floricoltori abbiamo realizzato prezzi abbatttuti del 40-50% sui principali articoli dei fiori di Sanremo, ovvero la ginestra e il ruscus.
Quella puntata sembrava una voce fuori dal coro, perchè Linea Verde, Mela Verde e compagnia cantante parlano, sì, di agricoltura, ma mai per esporne i problemi. Annozero lo ha fatto e gliene sono grata. Troppo spesso siamo considerati un mondo a parte, come se ciò che proviene dalla terra si producesse da sè sugli scaffali stessi dei supermercati, ma non è così. C'è dietro tanto lavoro, tanta fatica, sciatalgie, dolori alle spalle, alle ginocchia, cervicali, ecc. ecc.
L'autoconsumo ci aiuta, ma le spese fisse non possono essere eliminate e gli incassi languono davvero.
Anche noi stiamo annaspando nella barca insieme a tante altre persone, non certo con chi ha lussi, privilegi e quantità di denaro esorbitanti solo perchè sono dall'altra sponda.
Democrazia era perequazione, oligarchia è vantaggio di pochi a scapito di molti.
Grazie Berlusca.

mercoledì 17 dicembre 2008

Bisesto...


...funesto.

E' un detto, semplicemente un detto, ma questo 2008 ce l'ha combinata grossa.Si deve sempre sperare, d'accordo, non tutto il male viene per nuocere, magari ci saranno dei cambiamenti in meglio, ma per il momento siamo sotto ad una bella cappa.

Tra le tante difficoltà in cui si navigava prima della crisi dei mercati finanziari, bene o male un pò di dinamismo c'era. Adesso c'è stasi: non circola il denaro, le banche hanno difficoltà di liquidità, la gente pure e quel pò di movimento che c'era prima e che ci permetteva di "far girare la ruota", adesso è fermo o lentissimo.

Per un floricoltore, che ha un prodotto non di prima necessità e da sempre incassa la sua spettanza aspettando un minimo di 60 giorni, mediamente 90 e anche 120, si presentano decisamente dei brutti tempi, come per altri lavoratori.

Da sempre siamo un anello importante della catena del credito, meglio delle banche, perchè non ci danno interessi e magari ci paraticano anche qualche "taglio" al momento del pagamento.

La pioggia e il vento di questi giorni hanno impedito i raccolti per le spedizioni di Natale e i fiori non hanno certo goduto con queste intemperie.

Ce la faremo, il bisesto sta per finire, c'è un pò di oscurità in vista, ma sapremo fare di necessità virtù. Speriamo.