Iolanda Ferrari (1912)
Landì
Anche il 1912 era un anno bisestile, ma per Jean e Landì non fu funesto, visto che sono riusciti a raggiungere la veneranda età di cent'anni. Quando due settimane fa festeggiammo Jean, Landì era ricoverata in ospedale con la broncopolmite, ma ieri era in splendida forma per onorare il suo traguardo. Purtroppo sono arrivata verso sera a casa della nipote Giuliana con cui vive, e Landì era già a letto: d'altronde la giornata era stata intensa per via delle visite che ha ricevuto e la stanchezza richiedeva un meritato riposo.
Da alcuni anni, dopo la perdita dell'unico figlio, Landì vive a Verezzo. Siamo sempre state vicine di campagna e nel corso del tempo ho potuto condividere la sua assidua presenza, nonché il quotidiano rituale, intorno a mezzogiorno, del prelievo dell'acqua da bere presso la mia fontana.
Piccola e minuta, sì, ma coriacea. Una vita di lavoro, di mercato, di olive, di vigna, di orti, galline e conigli. Ha sempre perseverato andando dritta per la sua strada, con una prontezza di spirito che ancor ieri, esprimendosi, è subito emersa.
La sua autonomia è sempre stata esemplare, sia per portare avanti il suo lavoro, sia nel concedersi degli svaghi, quali la partecipazione alle gite organizzate da persone del paese.
Tornando a casa a piedi dalla campagna, Landì aveva sempre un pezzo di legna da ardere con sé ed il cestino, o meglio u cavagnu, con l'occorrente.
Landì e Jean sono le prime due persone originarie di Vallebona che nel corso della mia vita ho visto arrivare ai cent'anni. Adesso non resta che augurare a Lina Rossi di riuscire nell'intento, anche se dovranno passare ancora 4 anni.
Sono vecchi, sì, ma stanno bene e si ha proprio l'impressione che il tempo e le sofferenze della vita non li abbiamo scalfiti. Chissà dove hanno trovato tanta forza...
9 commenti:
E allora tanti auguri alle due centenarie signore. E' bello sapere che ci sono persone che vivono in splendida forma anche a quest'età.
Lorenzo
che tenerezza il suo sorriso! ben coperta, elegante e serena, trasmette buonumore a chi la guarda... auguri!!!
Cara Pia,grazie per il tuo articolo, anche se nella sua semplicità, ci sono state delle cose che non mi sono piaciute.La più grave è nella parte in cui dici:"Non troppo aiutata dagli uomini di casa".Gli uomini di casa nello specifico sono il marito e il figlio Danilo (mio Papà)che sino a quando era in vita non ha mai fatto mancare niente a sua Mamma avendo per lei un rispetto profondissimo e raccomandando a noi Sonia Maira e Giuliana sue figlie,nel caso in cui gli fosse successo qualcosa, di occuparci di questultima.Pertanto ho trovato fuori luogo e non del tutto attinente esporre determinate argomentazioni.
Maira Molinari.
@Maira: Nei lavori di campagna è stata sempre abbastanza sola e questo non è un demerito per gli uomini, se hanno scelto di comportarsi così. Se leggi la cosa in senso negativo, allora sappi che non si può mettere in evidenza solo le cose positive. "Aiutata" non vuol dire "rispettata" e la cosa è giunta a tutti nel giusto senso. Se a te suona inappropriata vuol dire che hai qualche cosa da nascondere e di cui temi il giudizio.
Qui non si parla di mettere in evidenza cose negative o positive ma semplicemente vanno discusse nelle giuste sedi e se non riesci a capire questo mi dispiace per te!Io parlo con le persone che reputo alla mia altezza ma ho propio sbagliato questa volta.Se avessi da nascondere qualcosa....avrei scritto quì?
Mia Nonna Iolanda dice sempre che:ne sa ciù in mattu de cà sua che in san de cà di autri!
E allora soppesa le cose nel giusto modo senza farle diventare gigantesche. L'esagerazione stroppia.
Chissà come mai altre persone della tua famiglia non hanno fatto una piega, anzi...
Datti una regolata.
ahahah!!!Sai io ho scritto propio a nome della mia famiglia!Da mia Madre mi è stato detto di riferirti che adesso è ora che la pianti Lì(testuali parole)e che non ti puoi permettere di trattare così le persone.In caso contrario provvederemo per vie legali!Vai tranquilla non è nel mio stile esagerare è piuttosto il tuo ....non saper tacere.
@Maira: pensatela come volete. Non c'è nessuna volontà di far del male in quella frase, inclusa in un contesto che mi pare abbastanza obiettivo e aderente alla realtà. Abbiamo tutti meriti e demeriti, sarebbe ingiusto non essere realisti. I racconti che mi faceva tua nonna quando veniva a prendere l'acqua alla fontana o quando ci facevamo una ciarla in Martin erano assai più sofferti del contenuto che ho espresso io: ho semplicemente dato atto in modo sintetico e "leggero" a quella che è stata la sua realtà. Finché c'è libertà di parola, assumendomi le mie responsabilità, penso di avere il diritto di esprimermi. Non ho mancato di rispetto né a Italo, né a Danilo, ho solo espresso una ovvietà, con quella che, tra l'altro, sono sempre state tutte persone che hanno goduto della mia simpatia e compagnia e con cui ho condiviso momenti molto belli. Penso anche di aver espresso il pensiero di molti, visto che mi si continua a commissionare di scrivere sulle persone: i contenuti riflettono assai le realtà, non esaltano, non denigrano e hanno un loro equilibrio, e per questo rimangono nella memoria come un omaggio alle persone a cui sono dedicati.
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