Autoritratto
L'Autoritratto è uno dei primi quadri che si incontrano alla mostra di opere di Paul Cézanne (1839-1906) in corso a Palazzo Reale a Milano, intitolata Les ateliers du Midi. Caparbio, duro e determinato, il quadro è coerente al carattere stesso del pittore, che immobile davanti al cambiare dei tempi e delle stagioni, fu capace di cogliere le sottili variazioni della luce, ragioni e geometrie, misurando con calma ogni spazio.
La table de cuisine - Nature morte au panier
1888-1890
Le opere esposte ricostruiscono la sua attività nell'amata Provenza, restituendoci un percorso che dalle opere giovanili giunge fino alle sconvolgenti tele della maturità, che tanta influenza hanno avuto su tutta la pittura moderna.
Paysan assis
1900-1904
Dice il pieghevole della mostra: "Ha capito tutto: la luce e il colore, la forma e il disegno, la prospettiva e la libertà. Ha colto al volo il limite dell'Impressionismo, la parabola discendente di un movimento che si stava specchiando in se stesso, rischiando di non trovare sbocchi o sviluppi; ha restituito un senso profondo alla storia dell'arte; ha anticipato in modo clamoroso i movimenti d'avanguardia del primo Novecento con dichiarazioni secche e folgoranti, ma soprattutto con quadri di una modernità sconcertante".
Le Jardinier Vallier
1906
Per cogliere la grande differenza tra l'Impressionismo e Cézanne, il visitatore è molto aiutato da quanto il curatore della mostra scrive sulle pareti: non è l'impressione fuggente che egli vuole rappresentare, ma la "sensazione" precisa che si prova quando nella realtà si guarda un certo paesaggio o altro. E allora egli lavora tantissimo ad un quadro, al fine di ottenere questo risultato, per cogliere l'essenza stessa dell'oggetto.
E ci riesce.
Grand pin et terre rouge
1895 circa
La serie dei paesaggi del Midi mi permettono di verificare questa intenzione di Cézanne di trasmettere appunto la sensazione: osservandoli si "sente" esattamente ciò che si percepisce quando li si guarda nella realtà. Quando ci si trova davanti a questi paesaggi (assai familiari a noi liguri, tra l'altro) si avverte una sensazione netta e precisa, che è la stessa che Cézanne è riuscito volutamente a rappresentare. E quella sensazione altro non è che l'essenza della cosa stessa, quindi la sua parte più profonda, più statica, più universale, facilmente contrapponibile all'"impressione".
Splendido.
Dans le parc du Chateau Noir
1898-1900
I paesaggi delle cave di Bibèmus e dello Chateau Noir, la Montagne Sainte-Victoire, gli umili compagni della vita di campagna, come il Jardinier Vallier, o ancora le celeberrime nature morte accompagnano alla scoperta di Cézanne immergendosi nei luoghi e ambienti a lui cari; quello stesso Cézanne che aveva litigato con tutti: amici, letterati, pittori. Si è affacciato su Parigi, ma non l'ha amata; ai sigari ostentati dagli impressionisti preferisce la pazienza della pipa; ai balli popolari una partita a carte nel bar del paese; ai locali di Montmartre e ai parchi lungo la Senna una semplice casa di campagna immersa nella natura.
Ciò nonostante è riuscito a far esclamare a Picasso: "Cézanne è stato il padre di tutti noi".
6 commenti:
Splendido ritratto!
Gian Paolo: Grassie Prufessù!
Che piacere, alla vista ed alla lettura.
Ciao.
lo sapevi che è di origine piemontese? bellissimo l'autoritratto e il giardiniere...
penso tu abbia visto una mostra "gratificante" per l'occhio e per lo spirito. Buona serata
Ero andato un po' prima di Natale. Sto pensando a questi spazi delle mostre che ti portano per qualche ora fuori da questo mondo per portarti in altri mondi. E che mondi!
@ Alberto: spazi che sospendono il tempo in cui vivamo.
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