Nella democrazia del linguaggio che titola il manifesto, gli agricoltori (e tanti), in gran parte dediti alla floricoltura, hanno partecipato ieri pomeriggio a Sanremo all'assemblea per capire quale sorte toccherà loro in conseguenza alla manovra Monti.
Nella democrazia, il presidente provinciale CIA, Gianfranco Croese, ci ha descritto in maniera dettagliata che per noi è previsto:
- aumento dei contributi annui;
- IMU sui terreni con dei moltiplicatori spaziali;
- IMU sui fabbricati rurali (!) (i casùi, per intenderci, ovvero i casolari dove oramai non ci "ballano" neanche più i topi!): sarebbe l'unico caso al mondo in cui si tassano i fabbricati strumentali;
- raddoppio del prezzo del gasolio agricolo;
- aumento dell'IVA.
A conti fatti, gli aumenti di esborso in termini di tasse per gli agricoltori si orienterebbe tra il 400 e il 1.000% rispetto al passato.
Nella democrazia, il presidente regionale CIA, Ivano Moscamora, ci ha spiegato che, pur essendo legge dello Stato, il sindacato ha chiesto un incontro col governo per modificare queste imposizioni e, benché non si potrà tornare allo stato delle cose del passato, almeno ci sia un ridimensionamento, affinché non si debba intraprendere anche qui una guerra dei forconi.
Nella democrazia, ognuno che lo ha desiderato è potuto intervenire. Mi è piaciuto un ragazzo che ha parlato di tutto quel lavoro non quantificato né quantificabile che ogni agricoltore svolge per tutelare sé stesso e di conseguenza il territorio e che non è mai preso in considerazione. Proprio quel valore aggiunto e il rischio delle calamità naturali sono sempre stati gli elementi che hanno dato alla categoria alcune agevolazioni in materia di imposte e tasse e che con questa manovra sono state completamente annullate. E mi ha altresì colpito un signore anziano che ha pronunciato la parola Equitalia, perché per la prima volta ne ho visto l'ipotetico spettro anche sulle nostre già assai stanche spalle.
Io confido nella democrazia della trattativa tra l'associazione e il governo per cambiare quanto di ingiusto, o meglio assurdo, è stato previsto debba pagare l'agricoltura.
Mi ha fatto bene aver partecipato all'assemblea, ho respirato un'aria giusta: il sindacato in prima linea a fare il suo mestiere e gli agricoltori a prendere consapevolezza dello stato delle cose. Peccato che in passato, quando si poteva e si doveva essere così uniti e consapevoli, non ci sia stata altrettanta partecipazione: bisognava arrivare allo stremo per capire l'importanza della democrazia.
2 commenti:
Grecia.
Si, questi sono momenti di vero confronto e vera democrazia... uniti poi si è più forti!
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