Palcoscenico dell'ennesimo Festival di Sanremo
C'è sempre stata una sorta di schizofrenia tra la Sanremo del Festival e quella della Floricoltura. Sembrano da sempre due cose inconciliabili, quando invece non lo sono affatto: trattasi solo di volontà e di saper metter in bocca a chi presenta le parole giuste per valorizzare un'economia ed un territorio. Invece 'sti fiori hanno sempre avuto una funzione di contorno, a volte fastidioso per le telecamere, oppure rimandavano a coreografie "classiche" o "demodé" perché il gusto espresso non era della migliore qualità.
Tuttavia quest'anno hanno tagliato la testa al toro: niente fiori, così facciamo prima. Inoltre, in quei pochi sguardi che ho lanciato allo schermo, ho visto alcuni bouquéts con fiori NON di Sanremo, per cui il quadro è completo.
Il bello è che appare oggi quest'articolo su www.ecoo.it che titola: "Sanremo 2012: il Festival danneggia i produttori, ma salva l'ambiente". A parte il mio spontaneo ed emerito "vaffanculo" agli uni e agli altri, a parte le mie responsabilità di floricoltrice che tutela-inquina l'ambiente, a parte la nausea nel veder cantare dei sessantenni e soltanto otto ragazzi quando un mare di giovani ha scelto lo studio della musica, devo dire: le uniche vere eccellenze di Sanremo sono le sue tipicità floricole, che andrebbero presentate ad una ad una come i cantanti, perché tantissime persone in Italia non conoscono la ginestra, l'anemone, la calendula, il papavero, il ranuncolo, il ruscus, la chiaro di luna e via discorrendo fino ai 200 articoli di cui silenziosi e laboriosi floricoltori sono produttori.
E se dopo oltre sessant'anni siamo arrivati all'esclusione totale, è proprio il caso di dire Rien ne va plus.
Il bello è che appare oggi quest'articolo su www.ecoo.it che titola: "Sanremo 2012: il Festival danneggia i produttori, ma salva l'ambiente". A parte il mio spontaneo ed emerito "vaffanculo" agli uni e agli altri, a parte le mie responsabilità di floricoltrice che tutela-inquina l'ambiente, a parte la nausea nel veder cantare dei sessantenni e soltanto otto ragazzi quando un mare di giovani ha scelto lo studio della musica, devo dire: le uniche vere eccellenze di Sanremo sono le sue tipicità floricole, che andrebbero presentate ad una ad una come i cantanti, perché tantissime persone in Italia non conoscono la ginestra, l'anemone, la calendula, il papavero, il ranuncolo, il ruscus, la chiaro di luna e via discorrendo fino ai 200 articoli di cui silenziosi e laboriosi floricoltori sono produttori.
E se dopo oltre sessant'anni siamo arrivati all'esclusione totale, è proprio il caso di dire Rien ne va plus.
7 commenti:
...sconcertante e umiliante....
il festival rispecchia in pieno lo schifo di società in cui viviamo: volgare e conservatrice....che banda di buffoni...che amarezza....tutti questi artisti over 60 che "hanno ancora qualcosa da dire"??? ma basta, vergognatevi, lasciate spazio a chi sta vivendo la realtà di oggi e che "combatte" ogni giorno per essere ascoltato,invano....
valeria
Poi mi dite con che faccia si è presentato sul palcoscenico il primo cittadino di Sanremo nella serata finale...Vergogna su vergogna!
...è che i fiori "non ungono l'ingranaggio"...
Non è che abbiano intenzione di cambiare nome alla Riviera (per adesso ancora) dei Fiori?
Il fiore è simbolo di pace, mentre la manifestazione canora è il simbolo della corruzione e del potere gerontocratico.
Eppure ricordo mia madre che sempre dice, quando parla di Sanremo, una manifestazione dove ci sono sempre tanti fiori. Ora anche quel piacere è stato tolto.
Lo spettacolo deve continuare.....
Lorenzo
@Alberto: sì, potremmo tranquillamente chiamarla Riviera dei Fuori!
Sì guarda, hai tutte le ragioni.
Non seguo il festival perché non guardo la tv, ma mi è capitato di leggere (purtroppo non ricordo su quale giornale) che al concerto di Capodanno a Vienna, tutti i fiori provengono da Sanremo e a Sanremo, per il festival, non è stato utilizzato uno...
Una vergogna!
Ciao Pia,
Lara
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